Lecco, agente massacrato in treno: restano in carcere i due ragazzi arrestati

Proseguono nel contempo gli accertamenti per cercare di identificare gli altri del branco che hanno partecipato al pestaggio e che poi sono spariti nel nulla

La stazione di Calolziocorte

La stazione di Calolziocorte

Lecco, 9 maggio 2018 - Restano in carcere Emighare Freedom e Celestin Chukwka, i due richiedenti asilo politico nigeriani di 24 e 25 anni che domenica pomeriggio su un treno della Milano – Lecco hanno massacrato di botte il sovrintendente della Polizia di Stato Mauro Guilizzoni, l’agente di 41 anni in forza alla squadra Volanti lecchese, intervenuto per dar man forte al capotreno nonostante fosse fuori servizio. L’avvocato d’ufficio Manola Mazza ha chiesto per loro una misura alternativa a Pescarenico ma il Gip Paolo Salvatore, il giudice per le indagini preliminari, anche su istanza del Pm incaricato del caso Paolo Del Grosso, ha respinto la richiesta. I due del resto non disporrebbero neppure di un posto dove andare in questo momento: il primo sarebbe ospite di un centro di accoglienza di Pizzighettone, in provincia di Lodi, il secondo di Cologno Monzese.

Della vicenda comunque in futuro se ne occuperanno i magistrati e i giudici di Monza, a cui verranno trasmessi tutti gli atti dell’inchiesta, poiché l’aggressione è scattata domenica tra le stazioni di Arcore e Usmate, sebbene poi i due nigerianio siano stati bloccati a Calolziocorte dopo qualche ora di latitanza mentre cercavano di far perdere le loro tracce dopo la violenta aggressione al poliziotto. Proseguono nel contempo gli accertamenti per cercare di identificare gli altri del branco che hanno partecipato al pestaggio e che poi sono spariti nel nulla una volta scesi dal treno.

I carabinieri di Vimercate a Carnate, subito dopo l’assalto in carrozza, hanno bloccato alcuni possibili sospettati, ma al momento mancano certezze che si tratti degli altri ricercati che facevano parte del branco che ha preso di mira l’agente che era intervenuto in difesa del controllo. Il poliziotto invece è stato dimesso l’altra sera dall’ospedale Alessandro Manzoni dove è rimasto ricoverato in osservazione due giorni.

Intanto prosegue il dibattito politico su quanto accaduto. «Per mettere fine a questa assurda e pericolosa impunità abbiamo presentato un progetto di legge finalizzato a facilitare le espulsioni dei richiedenti asilo condannati in primo grado – commenta il deputato leghista Daniele Belotti, primo firmatario del progetto di legge, in riferimento anche al fatto che i due arrestati mentre picchiavano il poliziotto lo hanno deriso sostenendo che tanto non sarebbe loro successo nulla perché profughi -. Se commettono reati quando sono in attesa del permesso di soggiorno, questi personaggi che garanzie potranno dare di una pacifica convivenza con di rispetto delle regole? Nessuno!». «Ritengo sia quanto mai necessario lavorare ad interventi realizzabili concretamente – replica tuttavia l’onorevole democratico lecchese Gian Mario Fragomeli, in riposta pure alla proposta di militarizzare i treni formulata dal governatore lombardo Attilio Fontana -. Non è ipotizzabile presidiare tutti i convogli, è meglio implementare le telecameresui vagoni e installare tornelli di ingresso alle stazioni».