Lecco, aggredita dal marito. Ma lei non vuole denunciarlo: "E' stata colpa mia"

Sono intervenuti i passanti sul lungolago e la donna ha cercato di nascondere lividi e graffi

Controlli della polizia sul lungolago

Controlli della polizia sul lungolago

Lecco, 11 agosto 2020 - Ha massacrato di botte la moglie sul lungolago in centro a Lecco, ma lei non ha voluto denunciarlo nonostante sia stata picchiata davanti a diversi testimoni, tra cui i poliziotti. Ad aggredire la moglie è stato un 45enne violento con precedenti per resistenza. Come spesso purtroppo capita in simili situazione la moglie non solo non ha denunciato il marito, ma lo ha anche giustificato: "È stata solo colpa mia, in fondo mi meritavo una lezione, non è successo nulla di grave", lo ha difeso cercando di nascondere lividi e graffi.

A denunciarlo d’ufficio ci hanno però pensato gli agenti della Volanti che hanno pure segnalato il caso al magistrato di turno che ora sta valutando eventuali altri provvedimenti e la possibile applicazione del codice rosso. L’allarme è scattato nel tardo pomeriggio di venerdì, quando i poliziotti del commissario capo Tommaso Perlini sono corsi a sirene spiegate in Largo Europa perché diversi testimoni avevano segnalato che un uomo stava picchiando una donna. Quando gli agenti sono arrivati sul posto il 45enne la stava ancora aggredendo e sarebbe finita chissà come se non fosse stato per loro.

Dopo essere stato bloccato se l’è poi presa anche con i poliziotti. Lui è stato portato a forza in commissariato, mentre la moglie inizialmente è scappata terrorizzata salvo essere rintracciata sul Lungolario Isonzo: gli agenti hanno faticato a convincerla che non aveva alcuna responsabilità. È stata poi accompagnata al Pronto soccorso, dove i medici le hanno curato contusioni e traumi vari prima di dimetterla con una prognosi di 7 giorni. "Come Polizia di Stato siamo vicini a tutte le donne – assicura il questore Alfredo D’Agostino -. È importante denunciare gli episodi di violenza subita, fisica o psicologica ed essere assistite dagli operatori dei centri antiviolenza".