Ad Haiti ieri in centinaia hanno detto addio a suor Luisa

Lomagna, non si sa ancora quando avverrà il rimpatrio della religiosa uccisa dove praticava la sua missione

In centinaia ieri hanno salutato per l’ultima volta suor Luisa Dell’Orto, la piccola sorella del Vangelo di Lomagna che sabato scorso, due giorni prima che compisse 65 anni, è stata uccisa a colpi di pistola tra le vie di Port-au-Prince, capitale di Haiti. Nel pomeriggio è stato celebrato un primo funerale nella chiesa della parrocchia di Saint Monfort: prima della Messa funebre e che il feretro venisse chiuso moltissime persone hanno sfilato davanti alla bara lasciata aperta della religiosa brianzola per vederne il volto sereno come se riposasse, nonostante la brutalità della sparatoria in cui è stata ammazzata. Per le vie della capitale, inoltre, tanti sono scesi in strada reclamando con slogan, canti e cartelli "giustizia per suor Luisa": gli educatori del centro Kay Chal che suor Luisa gestiva, i "suoi" bambini e ragazzi, le loro mamme e le donne a cui ha insegnato un mestiere, pure i poliziotti. Lunedì prossimo, nella cappella di Saint Louis de Gonzaga a Delmas, l’arcivescovo della città monsignor Max Leroy Mésidor officerà una seconda cerimonia religiosa. Quando suor Luisa tornerà nella sua terra d’origine al momento non si sa: "Non ci sono ancora indicazioni per il rimpatrio", conferma la sorella Adele. "Una martire – la definisce e ricorda intanto monsignor Pierre-André Dumas, vescovo di Anse-à-Veau-Miragoâne, una delle diocesi più povere conosceva molto molto bene “l’angelo dei bambini di strada“ -. La nostra piccola sorella del Vangelo di Charles de Focauld operava in una zona difficile e violenta che noi sconsigliamo sempre di frequentare. Eppure lei non aveva paura di recarsi nella bidonville più malfamata per portare a tutti un aiuto concreto". D.D.S.