Accoglienza degli stranieri Il prefetto: più attenzione

Il rappresentante del Governo ha stilato il bilancio di un anno di attività "È nostro dovere, oltre che obbligo morale, prestare attenzione ai più deboli"

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di Daniele De Salvo

"Siete il cuore pulsante della nostra provincia". A far battere le amministrazioni, la politica, le comunità degli 84 paesi della provincia di Lecco sono i sindaci. A ringraziarli e definirli pubblicamente "il cuore pulsante del Paese" è il prefetto di Lecco Sergio Pomponio che ieri li ha invitati nell’auditorium della Casa dell’economia insieme a tutti gli altri esponenti delle istituzioni civili, militari e di volontariato per condividere gli auguri di Natale e tracciare un bilancio dei primi 8 mesi del suo mandato a capo dell’Ufficio territoriale di governo.

Un compito, quello dei sindaci, che il prefetto riconosce non essere facile, sia per le problematiche geografiche e orografiche, che minano pure la viabilità come dimostrato da tre frane in un solo mese, sia per le poche risorse economiche, ma anche professionali che hanno a disposizione, specialmente nei Comuni più piccoli. E poi c’è la questione della sicurezza urbana, contro spaccio, risse, episodi di malamovida, oppure contro i furti e i reati contro il patrimonio, perché i sindaci tra le tante incombenze sono anche autorità di pubblica sicurezza, senza dimenticare la sicurezza sulle strade, sebbene fortunatamente i dati sugli incidenti e le vittime dell’asfalto sembrino migliori rispetto alle statistiche regionali e nazionali.

"Mi sento molto vicino ai sindaci – spiega il prefetto Pomponio -. Per questo cerco di condividere con loro ogni decisione, anche quelle che magari non piacciano a tutti".

Ai primi cittadini il prefetto chiede tuttavia un ulteriore sforzo: "Siamo riusciti ad accogliere, assistere e gestire più di mille cittadini ucraini; purtroppo non si riesce a riscontrare la stessa disponibilità per gli altri profughi e gli altri migranti economici che continuano ad arrivare e sbarcare in Italia, anche con il brutto tempo in mare".

Nel Lecchese ufficialmente c’è posto per 361 richiedenti protezione internazionale, in realtà ne vengono ospitati circa 500: "È un numero superiore rispetto ai posti ordinari, che riusciamo a garantire sfruttando il quinto in più d’obbligo e altre risorse, ma i posti non bastano; occorre la disponibilità di tutti, perché è nostro dovere oltre che un obbligo etico e morale prestare attenzione ai più deboli".

Nella stessa giornata di ieri, il rappresentante del Governo ha salutato i nuovi commendatori e cavalieri della provincia di Lecco.