Lecco, 20 maggio 2014 - La provincia di Lecco è un feudo del boss 64enne Mario Trovato, nessuno può sgarrare, né verso di lui e gli altri affiliati, né contro i loro parenti e amici. E chi si azzarda a creare problemi deve pagare. Come un gruppo di albanesi che osano addirittura minacciare un cugino dell’ex consigliere comunale 46enne di maggioranza del Pd Ernesto Palermo, che gestisce un’attività a Oggiono.

«Mi devi mandare un’ambasciata a questi sciamberga qua di albanesi... perché stamattina hanno iniziato anche a minacciarci». E’ l’8 settembre 2011, un giovedì. Il referente politico della ‘ndrangheta non perde tempo. Contatta subito il capobastone, che autorizza una spedizione punitiva. «Devo andare a risolvere un problema urgente a mio cugino, l’ha minacciato, l’han minacciato e gli prendono il pizzo!».

Il compito di sistemare le cose è affidato a Bruno Deluca, il cognato 54enne di Mario Trovato, al solito Alessandro Nania, 54 anni, guardaspalle del boss e a Girolamo Gerare, 34 anni di Valmadrera. «A posto eh - Palermo tranquillizza il cugino, domani ci vanno». In cambio però deve pagare: «Poi glielo dici al socio tuo, magari, lo sa come si deve comportare... un regalo poi prendi, un fiore poi glielo fate!». Gli albanesi però non si trovano, sono spariti come nel nulla.

«Sono a Dolzago, li siamo andati a trovare e non c’erano a Dolzago, però... Comunque u trovammu, non ti preoccupare... siamo sangue vostro noi...». Hanno compreso di aver pestato i piedi a chi non dovevano: «Un fratello del tizio che stanno cercando ha chiesto scusa per l’accaduto», lo avvisa il cugino. Ma ormai è tardi: «Adesso è troppo tardi, una “tirata” gliela dovranno fare, perché queste persone lui le conosce e andranno avanti». Il 22 settembre gli albanesi vengono infine localizzati. «Siamo pronti, li abbiamo qua a Oggiono, quando vuoi io mando...».

E il via libera alla spedizione arriva: «Puoi mandarlo pure adesso, come i grandi toast alla calabrese parlando». «Tutto a posto, tutto a posto - si vantano il giorno seguente -. A quelli gli è venuta la “febbre maligna”». Il cugino ringrazia, è soddisfatto del lavoro, sa che nessuno gli darà più noia. E per il “servizio” paga anche: «Vedi che il regalo l’ho fatto, gli ho dato mille euro». Anche Ernesto Palermo è contento: «Gli hanno fatto quell’ambasciata a mio cugino, questi te li devi tenere buoni».