Cernusco Lombardone (Lecco), 16 aprile 2014 - In fila non voleva proprio starci, la maestra lo ha richiamato all’ordine una, due, tre, poi ha perso la pazienza, lo ha afferrato per un braccio e lo ha trascinato al proprio posto, ma il bambino ha perso l’equilibro, è inciampato e ha picchiato la testa contro un appendiabiti. Nulla di troppo grave, solo un piccolo livido medicato dai camici bianchi del Pronto soccorso, ma abbastanza per costare all’insegnante un deferimento a piede libero per lesioni personali contro un minore di 14 anni.

L’episodio è successo nei giorni scorsi alle elementari di Cernusco Lombardone. I due protagonisti sono una docente di 55 anni che abita ad Arcore e un alunno 11enne che si appresta a concludere la quinta della primaria, a quanto sembra uno scolaro abbastanza irrequieto che avrebbe ripetutamente disobbedito alla richiesta di mettersi in colonna con gli altri compagni.

Nonostante la lunga esperienza alle spalle e un’impeccabile carriera professionale la donna non sarebbe riuscita a trattenersi dal ricorrere ai modi spicci, strattonando il ragazzino per rimetterlo in riga e prepararlo al suono della campanella per il termine delle lezioni. Forse però potrebbe aver esagerato perché lo ha spinto contro un gancio in metallo. Il piccolo appena uscito dal plesso di via Carlo Pirovano ha subito raccontato quanto successo al papà e alla mamma, i quali sono corsi con lui dai carabinieri della stazione di Merate, i quali hanno inviato i genitori ad accompagnare il figlio al San Leopoldo Mandic per una visita. Ottenuto il referto con una prognosi di pochi giorni bambino e familiari sono quindi tornati dagli operatori del 112.

I militari hanno sentito numerosi testimoni: i colleghi della maestra, il preside, parecchi scolari, altri genitori. Al termini degli accertamenti non hanno potuto altro che denunciare la donna e inviare una segnalazione in procura.  Al momento il dirigente didattico preferisce non commentare, ma a sua volta potrebbe essere chiamato a prendere provvedimenti contro la dipendente pubblica, la quale adesso è in malattia, perché psicologicamente non ha retto alla vicenda. È stata sostituita da una supplente, con cui il bambino vivace avrebbe già subito messo in chiaro chi “comanda”: «Se mi fai qualcosa ti denuncio», l’avrebbe già avvertito la nuova maestra.