Molteno (Lecco), 13 aprile 2014 - Non c'è pace per Lucio Battisti, il più noto cantautore italiano morto a 55 anni di età. Il suo nome, oltre che nelle intramontabili canzoni e nei ricordi delle decine di migliaia di fan, continua a riecheggiare pure nelle aule di tribunale. È stato notificato infatti nei giorni scorsi il ricorso in Cassazione presentato dagli eredi contro il sindaco di Molteno, il paese dove il compositore si era trasferito alla fine degli anni ‘70 in una villa costruita vicino a quella dell’amico e paroliere dei suoi più grandi successi Giulio Rapetti Mogol. Oggetto del contendere è sempre la manifestazione estiva “Le parole, le emozioni”, una kermesse promossa nel 1999 dal primo cittadino dell’epoca Fernando De Capiani proprio per commemorare il compianto artista, un’iniziativa però mai avvallata dalla vedova Grazia Letizia Veronese, alias Velezia, tanto da spingerla a intentare causa ai vertici dell’Amministrazione comunale per “sfruttamento indebito dei diritti di immagine”

In primo grado i giudici le hanno dato ragione, condannando i responsabili dell’ente pubblico a un risarcimento di 40mila euro più altri 40 di interessi, spese legali e pubblicazioni della sentenza sugli organi di informazione. Dal canto loro gli esponenti istituzionali locali hanno sì provevduto subito a staccare l’assegno con l’indennizzo pattuito, ma hanno pure presentato ricorso in Appello. Il 14 giugno i magistrati di secondo grado hanno così ribaltato il pronunciamento, sostenendo che gli eventi promossi non avevano “alcuno scopo di lucro”, perché completamente gratuiti. I familiari del compositore dopo aver restituito i soldi incassati hanno tuttavia, come preannunciato, presentato a loro volta ricorso ai togati della Suprema corte, cui adesso spetta l’ultima parola. Quando il caso verrà discusso e quindi quando verrà emesso il definitivo verdetto è presto per saperlo. Anche in simile frangente dal Comune hanno comunicato che resisteranno in giudizio.

«Non possiamo altrimenti, siamo obbligati ad opporci perché si tratta di denaro dei contribuenti - spiega il sindaco Mauro Proserpio -. Ma avremmo agito comunque allo stesso modo anche in assenza di tali imposizioni, perché riteniamo che la memoria di Lucio Battisti appartenga all’intera collettività». Proprio per questo motivo non ha nemmeno mai cercato un possibile accordo con i parenti del cantautore: «Per adesso la manifestazione è sospesa, non sarebbe corretto nei confronti di chi deve dirimere la questione, ma non sarebbe corretto vincolare le scelte future».

Se i giudici sanciranno nuovamente il diritto dell’Amministrazione a ricordare il cantante, che sino al 6 settembre 2013 ha riposato nel cimitero locale prima che i resti venissero traslati in Romagna, non è dunque escluso che la manifestazione possa essere ripresa. Che poi è proprio quello che vogliono scongiurare gli eredi, i quali comunque - contrariamente alle voci diffuse - nel piccolo centro brianzolo, continuano saltuariamente a trascorrere qualche periodo nella dimora di Dosso Coroldo, che non hanno venduto e a quanto pare non hanno intenzione di cedere.

di Daniele De Salvo