Lecco, 4 aprile 2014 - Novanta coltellate. Novanta colpi inferti con cieca furia omicida, il che significherebbe - in un macabro, quanto inutile conteggio statistico di quella mattanza - trenta colpi a testa per ognuno dei tre corpi. È quanto avrebbe decretato l’esame autoptico effettuato sui corpi delle tre bambine uccise dalla mamma di Lecco nella notte del 9 marzo scorso. L’anatomopatologo avrebbe stabilito che Edlira Copa - trentasette anni di origini albanesi - ha infierito con quel coltello per ben novanta volte sui corpi delle tre figlie, Simona (13 anni), Keisi (10) e Sidny, che di anni ne aveva soltanto tre. La donna, accusata di omicidio plurimo aggravato dal rapporto di consanguineità, è stata da pochi giorni trasferita nelle celle del Bassone dopo 24 giorni trascorsi in stato d’arresto nel reparto di Chirurgia dell’ospedale Manzoni. I problemi fisici sono stati superati, restano tutti da accertare eventuali aspetti psichici che saranno presto oggetto di approfondimento.

Nel carcere di Como Edlira ha raggiunto un’altra madre omicida, Aicha Coulibaly, la venticinquenne di origini ivoriane (anche lei residente nel Lecchese) che il 25 ottobre scorso uccise il primogenito Nicolò di soli tre anni nella loro casa di Abbadia. I medici hanno acconsentito al trasferimento in ragione di un miglioramento delle condizioni fisiche della donna, che ora attende di sottoporsi all’esecuzione dell’incidente probatorio, la perizia psichiatrica con tre super esperti che dovranno esprimersi sulla capacità di intendere e volere della donna al momento del triplice omicidio e adesso. Sullo stato psichico attuale di Edlira il difensore preferisce non entrare nel merito: «É difficile comprendere il suo stato emotivo, anche perché non è il mio mestiere» dice. Eppure l’avvocato Andrea Spreafico ammette che «nei momenti in cui non è sedata siamo riusciti a parlare dell’aspetto processuale della vicenda: le ho spiegato in che condizioni si trova, cosa sta succedendo, quelli che saranno i prossimi adempimenti come la perizia e quali conseguenze potrebbebro avere questi atti».