Nibionno (Lecco), 28 marzo 2014 - Per ben 27 volte era stato pizzicato ad accompagnare squillo - anche cinque in un solo viaggio e soprattutto a notte fonda - in auto e per questo era finito a processo per sfruttamento della prostituzione. Lui però aveva sempre negato ogni addebito sostenendo in aula «di essere semplicemente un loro amico» e di offrire loro un passaggio dalla zona di lavoro - la Lecco-Bergamo, specie nei Comuni di Nibionno e Lurago d’Erba - a quella di residenza, nel Milanese. L’incubo è finito nella giornata di ieri quando L.B., residente a Milano, a processo per aver violato la legge Merlin (quella che dal 1958 sanziona lo sfruttamento della prostituzione), è stato assolto nonostante l’accusa avesse chiesto una condanna a 4 anni, poi ridotta a due anni e otto mesi.

Il sostituto procuratore Silvia Zannini in aula ha ribadito come durante le indagini fosse emerso un rapporto di abitudinarietà, come peraltro nell’udienza precedente aveva spiegato un inquirente ricordando al collegio come l’uomo «fosse stato fermato nel 2005 in compagnia di prostitute nella zona di Cremona e nel 2006 nella zona di Monza e Brianza». Per l’accusa insomma un loro «protettore» e quindi punibile per averle sfruttate, per l’imputato al contrario un semplice amico «anzi di una di loro mi ero pure innamorato, sebbene ovviamente lei non lo fosse di me» e che le scarrozzava «perchè spesso avevano paura a stare sole», aveva raccontato la volta scorsa.L’uomo e le sue «amiche» erano stati pure sanzionati (era il 26 agosto 2012) per via dell’ordinanza anti-prostituzione emessa dal sindaco di Nibionno. Ora è tutto finito per la soddisfazione del difensore.

«Questa sentenza ha dimostrato che le accuse a carico del mio assistito - ha spiegato l’avvocato Nadia Colombo - non erano indizi ma solo strumenti di una tesi precostituita nei suoi confronti. Quando venne fermato la prima volta, gli inquirenti si sono fatti l’idea che fosse un pappone e hanno lavorato per trovare elementi a questa tesi.Può non piacerci che un uomo frequenti una o più prostituta due volte alla settimana, moralmente ci può non piacere ma lo sfruttamento è altra cosa».

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