Osnago, 22 febbraio 2014 - Doveva essere abbattuto, poi adottato da addestratori cinofili che volevano trasformarlo in un cane di salvataggio, quindi pareva che il suo destino sarebbe stato quello di rimanere per sempre abbandonato in una clinica per animali. Invece a quanto sembra Iron tornerà a casa, dai suoi padroni, che hanno deciso di riprenderlo con loro. Quando di preciso non si sa e nemmeno dove. Difficilmente infatti potrà più rimettere le zampe a Osnago, dove il 27 gennaio ha sbranato il piccolo Markus di appena due anni.

Non lo vogliono più attorno né i genitori del bambino, né gli altri condomini del palazzo che sorge tra le vie John Lennon e Pinamomte de Capitani. Il proprietario della vecchia cascina ristruttura, che funge anche da amministratore, ha già avvisato i possessori del rottweiler mentre i vicini hanno annunciato che in caso contrario sono pronti a ricorrere alla giustizia. Dunque è probabile che i giovani padroni dovranno traslocare altrove, anche perché sembrerebbe che l’aria nei loro confronti si stia facendo abbastanza pesante e i rapporti di quartiere non siano dei migliori.

Ad annunciare che l’esemplare di molossoide king size di nemmeno tre anni d’era dal peso di 65 chilogrammi verrà nuovamente preso in carica dai legittimi titolari è stata la veterinaria Cristina Bonardi, direttrice sanitaria dell’ambulatorio «Fiume Adda» di Verderio dove attualmente il quadrupede viene ospitato, accudito e accolti. «I padroni, dopo un comprensibile momento di timori e dubbi iniziali, vorrebbero riprenderselo - spiega -. Al momento resta qui, lo vengono a trovare pressoché quotidianamente e gli portano da mangiare, mentre un volontario lo accompagna tutti i giorni ad effettuare una sgambettata. Però non resterà da noi per sempre». Prima che possa tornare in libertà tuttavia lui dovrà seguire un corso di comportamento mentre i suoi possessori, che tra l’altro hanno anche un buldog, anzi una bulldog, dovranno necessariamente conseguire il patentino obbligatorio per condurre i cani morsicatori o ritenuti pericolosi. Lo hanno stabilito i responsabili dell’Asl, che hanno anche imposto che il molosso sia accompagnato sempre al guinzaglio e con la museruola quando si trova in uno spazio aperto.

Il bambino intanto, che ha ripetutamente morso quasi si trattasse di un bambolotto con cui giocare, è ancora ricoverato in prognosi riservata nel reparto di Chirurgia pediatrica dell’ospedale Sant’Anna di Como. Non corre più pericolo, ma non si sa quando potrà essere dimesso. É stato sottoposto a un altro intervento, il terzo nel giro di appena un mese, per ridurre le lesioni provocate dalle fauci della bestia infuriata, in particolare quelle ad un arto inferiore, i cui muscoli sono stati ridotti a brandelli.  Il papà e la mamma sono ottimisti, sebbene consapevoli che si tratta di un percorso di riabilitazione lungo, anche a livello psicologico, dato che il figlio continua ad avere gli incubi e sognare quel «gigante nero» che ha assalito e avrebbe potuto ucciderlo.

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