Casatenovo (Lecco), 9 febbraio 2014 - Volontari del verde poco volontari e ancor meno del verde. Succede a Casatenovo, dove alcuni pensionati reclutati dai vertici del Comune governato dal sindaco Antonio Colombo per svolgere servizi socialmente utili, tra i quali il mantenimento del decoro urbano e la pulizia di aiuole e giardinetti, percepiscono per la loro attività una sorta di compenso. Non vengono pagati con un vero e proprio stipendio, ma intascano comunque alcuni blocchetti di buoni pasto o ticket premium da poter spendere nei negozi e nei supermercati.

Inoltre capita che i rifiuti e l’immondizia che raccolgono per strada finiscano tutti in un unico sacco, senza che effettuino la raccolta differenziata. A puntare il dito contro di loro, ma soprattutto contro gli amministratori pubblici del paese è il solito Enzo Campanella, 60 anni, anche lui in pensione, divenuto una spina nel fianco dei politici e dei burocrati del municipio perché sempre pronto a evidenziare qualsiasi pecca e disservizio.«Io penso e come me molti cittadini che le parole abbiano un significato preciso - spiega -. Il termine volontariato esprime un’attività libera e gratuita svolta per ragioni di solidarietà e di giustizia sociale. Non può dunque essere retribuito in alcuna maniera».

E infatti negli altri centri del circondario nessuno paga nulla ai volontari. Meglio sarebbe dunque definirli ausiliario collaboratori. Ma anche sulla correttezza del compito che svolgono ha parecchio da aggiungere. Armato di macchina fotografica digitale denuncia che la pattumiera raccolta in giro non finisce dove dovrebbe, cioè in contenitori diversi a seconda della tipologia, ma in unici sacchi, quelli della frazione indifferenziata, dove viene mischiato di tutto senza alcuna possibilità di riciclo. Un comportamento del genere ai«normali cittadini» costerebbe multe salatissime mentre per gli addetti municipali a quanto pare si chiude un occhio. Non certo solo per colpa loro. Sono gli stessi responsabili comunali infatti a non favorire la differenziazione perché non prevedono nelle aree pubbliche il posizionamento di raccoglitori idonei per suddividerla, sempre a differenza di quello che avviene ormai nella maggior parte delle altre realtà del circondario.