Lecco, 6 febbraio 2014 - La stessa decisione la prese sei anni fa niente meno che la Santa Sede, la quale negò al regista statunitense Ron Howard la possibilità di girare in Vaticano alcune scene di «Angeli e Demoni». In quel caso la disputa ruotava tutta attorno alla trama del film, tratto dal celebre romanzo di Dan Brown, nel caso della querelle tra Daniele Nava e una produzione di Bollywood la sfida è tutta politica, giocata attorno alla sorte dei due marò. In mezzo c’è Villa Monastero di Varenna, di proprietà della Provincia, che la troupe indiana avrebbe voluto in affitto per qualche giorno, non per girarci le scene del «Ponte sul fiume Kwai», ma per un banale musicarello.

«Ho ritenuto per ora di bloccare questa iniziativa - spiega il presidente Nava - indipendentemente da ciò che porterebbe in termini economici e di immagine. In questo momento l’India non rispetta le norme del diritto internazionale, visto che tiene detenuti da due anni i nostri connazionali Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, i due marò in attesa di giudizio sui quali non è ancora scongiurata la pena di morte.
Da rappresentante di un’istituzione pubblica mi sembra doveroso ribadire la vicinanza ai nostri due connazionali attraverso un gesto forte, che rappresenta un’ulteriore occasione per inviare un messaggio anche alla società civile indiana». Siccome siamo pur sempre in Italia le ripercussioni non sono arrivate da Mumbai, che per ora non ha ritirato l’ambasciatore, ma dalla città dove la decisione non è stata presa bene dalla Lecco Film Commission che praticamente si è vista sfumare un buon affare.

«Una strumentalizzazione politica gratuita e fuori luogo – sottolinea il presidente, Egidio Magni -. La richiesta di utilizzo della villa è stata fatta da Lecco Film Commission a fronte di una disponibilità di tempo e di location per una trattativa di lavoro con le produzioni indiane, con le quali collaboriamo da quattro anni. Ci sono richieste, come altre da altri Paesi e dall’Italia in altre zone e finché le cose non si concretizzano c’è anche la possibilità che il regista scelga Villa Balbianello, piuttosto che il Castello dell’Innominato o la casa di Barbie. É scorretto annunciare trattative di lavoro private con queste uscite che sanno di campagna elettorale. La solidarietà ai due militari italiani è patrimonio di tutti, l’incapacità di gestire tale situazione è invece solo ad alto livello livello politico».