Osnago (Lecco), 1 febbraio 2014 -  Non voleva sbranarlo, probabilmente non voleva nemmeno fargli del male, desiderava solo divertirsi, perché per lui quel bambino non era altro che un giocattolo, il suo di giocattolo. Arold, il rottweiler king size di 4 anni che lunedì sera a Osnago ha assalito il piccolo Markus, 27 mesi di età, ha seguito semplicemente l’istinto. «Per tutti i cani in generale, per quelli di taglia grande in particolare, i bambini rappresentano un gioco, come dei bambolotti - spiega Renata Molaschi, con studio a Calco, che di molossoidi se ne intende perché li cura e perché ne possiede uno -. Altrimenti non avrebbe assalito solo l’infante, ma pure la madre che lo portava in braccio».

E proprio per tale motivo è stato così difficile salvare il bambino e strapparglielo dalle fauci. «Gli animali non percepiscono la gravità dei loro gesti, lui non voleva che gli portassero via il suo balocco, se l’intenzione fosse stata quella di ucciderlo ci sarebbe riuscito». L’esperta che ha alle spalle due decenni di esperienza nel settore, non è stupita nemmeno che abbia impedito a chiunque di avvicinarsi e di oltrepassare il cancello condominiale: «Ha percepito tutto il giardino, non solo il proprio recinto da cui è scappato, come il proprio territorio, non dimentichiamo che è un cane da guardia». Ora il gigante nero si trova in quarantena, finirà in un rifugio per randagi oppure verrà soppresso. 

«Bisognerebbe valutare quali traumi abbia riportato, sia per la situazione che ha affrontato, sia per la ferita d’arma da fuoco, il suo equilibrio potrebbe risultare compromesso». Secondo la dottoressa tutti i proprietari di simili razze dovrebbero prevedere i possibili pericoli: «Frequentare scuole di addestramento non basta, perché obbediscono solo ai padroni, quando non ci sono nessuno riesce a farsi obbedire. Semplicemente la recinzione della sua gabbia doveva essere più alta e da lì non doveva fuggire».

di Daniele De Salvo