Osnago, 18 gennaio 2014 - A Osnago 87minori nati in Italia sono considerati stranieri nello stesso paese in cui abitano, crescono, frequentano la scuola, hanno amici e vogliono continuare a vivere, perché sono figli di migranti. Questo pomeriggio, sabato, alle 17 riceveranno la cittadinanza civica. A consegnare loro l’attestato sarà niente meno che il ministro per l’Integrazione Cecile Kyenge. All’atto pratico non cambierà nulla, il riconoscimento non ha valore legale. «Si tratta tuttavia di un gesto dall’alto valore simbolico che voglio ulteriormente sottolineare con la mia presenza in paese e alla cerimonia - spiega l’esponente di governo -. È un segno di un cambiamento culturale e di mentalità in atto. Accanto alla riforma normativa sul diritto di cittadinanza occorrono anche questi momenti che sono molto utili e che riguadano tutti, non solo i bambini e i ragazzi a cui consegneremo il certificato, ma anche i genitori, i familiari, i conoscenti, gli insegnanti, i rappresentanti delle istituzioni».

Non è semplice questione di accoglienza e solidarietà verso coloro che arrivano da un’altra nazione, è un tema che interessa l’intero sistema, perché l’anno scorso per la prima volta dal nuovo millennio i migranti hanno cominciato a scappare dalla provincia di Lecco, sono scesi da 33mila a 32.400, segno che il territorio si sta impoverendo e sta perdendo attrattiva, come denunciano dagli imprenditori che assistono con preoccupazione all’esodo. «Il fenomeno migratorio incide pure sulla nostra economia. L’11% del Pil è garantito dal contributo dei 2.300.000 migranti che in Italia lavorano, producono, versano contributi, pagano le tasse, aiutando a mantenere positivo il saldo tra quello che esce dalle casse dello Stato e quello viene incassato. Le contrapposizioni non servono a nulla, occorre rendere più forti le nostre comunità, dalla crisi si esce solamente tutti insieme». Ma il ministro ammonisce anche chi sovrappone l’integrazione all’immigrazione.

«Occorre cominciare da una comunicazione corretta, io sono ministro per l’Integrazione, non dell’immigrazione. Le mie deleghe riguardano pure le disabilità, le nuove povertà che coinvolgono donne, bambini e anziani, le situazioni di fragilità. Dobbiamo trovare strumenti e risorse per agevolare le persone in difficoltà sul territorio». Come il progetto di agricoltura sociale «Cascina don Guanella» per soggetti fragili che verrà realizzato a Valmadrera e verrà presentato al ministro sempre quest’oggi in occasione del suo tour lariano, subito dopo il pranzo conviviale nel capoluogo con i volontari e gli operatori delle associazioni del Comitato Noi tutti migranti e del Comitato per la pace e la cooperazione. «È un progetto innovativo e molto interessante, una buona pratica di politica di integrazione che potrebbe essere anche esportato e realizzato altrove». Sa già che durante i diversi appuntamenti come purtroppo le succede quasi sempre troverà alcuni contestatori che hanno già preannunciato manifestazioni di protesta e picchetti, come il presidio di protesta promosso dai vertici locali della Lega Nord. «Ognuno è libero di pensarla come vuole e di presentare proposte, io sono tranquilla e vado avanti, non cambio».