Annone Brianza, 16 gennaio 2014 - Uno dei presunti gambizzatori che mercoledì mattina ad Annone Brianza ha ferito un algerino 35enne di Erba è stato fermato. Si tratta di Mario Polito, calabrese di 40 anni trapiantato a Eupilio. E’ il legale rappresentanti dell’azienda di rottami metallici dove si è verificata la sparatoria. Mancano però ancora all’appello i suoi due complici, che risultano latitanti e che avrebbero materialmente premuto il grilletto. L’imprenditore nega di conoscerli e sostiene di aver avuto solo un violento litigio con lo straniero per un affare mancata circa la rottamazione di un’auto, dei colpi di arma da fuoco sostiene di non saperne nulla. Al momento è accusato di tentato omicidio, rapina e porto abusivo d‘armi.

Sono stati i carabinieri della stazione locale di Oggiono alle dipendenze del maresciallo Nicolino Ombrosi a rintracciarlo, al termine di una lunga caccia all’uomo conclusasi solo nella serata di ieri. Contro di lui avrebbero raccolto numerosi elementi: il racconto della stessa vittima, testimonianze, riconoscimenti e immagini catturare dalle telecamere dei sistemi di videosorveglianza installati in zona. Investigatori e inquirenti, coordinati dal Procuratore capo di Lecco Walter Mapelli, sospettano che dietro a tutto ci sia però qualcosa di molto più importante e grave di un semplice accordo commerciale mancato da poche centinaia di euro. Sulla vicenda grava l’ombra della malavita organizzata, addirittura della ‘ndrangheta. La faccenda insomma scotta e potrebbe essere chiesto l’aiuto dei magistrati della Dda, la Direzione distrettuale antimafia.

Gli accertamenti dunque sono ancora in corso, non solo per tentare di stanare i sicari che avrebbero fallito la loro missione e recuperare il revolver che hanno utilizzato, ma pure per chiarire i contorni in cui è maturato quello che si prefigura come un vero e proprio agguato. I capannoni della “Sara” del resto anche in passato sono divenuti teatro di episodi poco chiari. Come il 15 luglio scorso, quando sempre i militari del posto hanno ammanettato un  un 25enne anche lui calabrese che abitava a Nova Milanese e un 30enne latitante di Cantù ricercato per riciclaggio dai giudici di Genova per un’aggressione a un 36enne egiziano a cui avrebbero rubato 8mila euro in contanti.

Intanto le condizioni Luabi Kamel, lo straniero caduto nella trappola, colpito ad un arto inferiore e di striscio all’addome, migliorano, sebbene sia stato ricoverato in osservazione all’ospedale Alessandro Manzoni. I proiettili fortunatamente non hanno reciso arterie né vasi sanguigni importanti. Ha raccontato di essersi recato lì per sbrigare alcune faccende e per chiarire la storia della macchina da demolire dopo aver preso accordi con coloro che poi lo hanno atteso al varco.