Lecco, 13 gennaio 2014 - «Vogliamo che gli agenti della Polizia provinciale facciano il lavoro che gli compete non che vengano mandati a fare i poliziotti di quartiere». Tocca a Sergio Bazzea, segretario regionale del sindacato di polizia Sulpm, spiegare le ragioni della protesta che ha preso corpo tra gli agenti di Polizia provinciale di Lecco su diverse questioni a partire dal tipo di servizi per arrivare all’uso dei Gps sui mezzi di servizio. «Riteniamo che la Polizia provinciale debba occuparsi di inquinamento e caccia, controllare i danni ambientali e fermare i bracconieri. Sono solo 15 agenti e vengono mandati a fare servizi tipici della Polizia locale: questo non ha senso».

«Durante le feste di Natale gli agenti sono stati mandati a fare pattugliamenti a piedi in centro a Lecco cose che non gli competono e che vengono già fatte da altre forze di polizia. Si snatura la Polizia provinciale distogliendola da servizi prioritari». Quello del sindacato è un attacco diretto all’amministrazione provinciale. «A Lecco gli agenti vengono impiegati nel modo sbagliato, non vengono considerati minimamente e manca del tutto la progettualità. Non abbiamo trovano nessuna rispondenza nella Provincia e nemmeno nella “pseudo comandante” e uso il termine “pseudo” perchè non è individuata come figura di riferimento. Di fatto mandano gli agenti a fare controlli sulle strade e a fare i poliziotti di quartiere e l’attività ambientale e venatoria è quasi ignorata».

Secondo il segretario regionale del Sulpm «non vi sono situazioni simili in nessuna realtà regionale» e aggiunge che «di fatto questo utilizzo della Polizia provinciale compromette quasi del tutto la già precaria attività di contrasto ad attività illegali che deturpano il territorio. Inoltre si pretende che gli agenti non abbiano una specializzazione ma che tutti facciano tutto, cosa davvero ardua in un ambito normativo difficile come quello ambientale e venatorio, una scelta che non trova riscontri in altre realtà. Forse si vuole proprio evitare controlli in materia di caccia, pesca e ambiente che danno fastidio?». Che si tratti di un disegno premeditato o meno non è dato sapere. Fatto sta che gli agenti si trovano impegati come un qualsiasi vigile a fare le multe sulle strade invece di constrastare violazioni ben più gravi.
Altra battaglia ha invece portato il sindacato a diffidare la Provincia dall’utilizzare i gps sui veicoli di servizio e ha intimare all’ente di disattivare gli strumenti di geolocalizzazione fino a che non si sia provveduto agli adempimenti di legge.

«C’è una grave violazione di quanto stabilito dallo statuto dei lavoratori che prevede l’uso di questi apparecchi solo dopo un accordo con le rappresentanze sindacali. Abbiamo chiesto di rispettare le regole ben quattro volte prima di arrivare a questa diffida e non abbiamo mai avuto risposta». «Il sistema gps non è utilizzabile, ho presentato tutta la documentazione necessaria al fine di trovare un accordo ma la Provincia è andata avanti in modo unilaterale. Per questo ci siamo rivolti alla Direzione provinciale del Lavoro al fine di far rispettare la legge».

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