Cernusco Lombardone, 28 dicembre 2013 - Avrebbe commesso almeno tre rapine Stefano Lotufo, il 46enne di Villa d’Adda che la vigilia di Natale è stato arrestato per aver aggredito a Cernusco Lombardone a colpi di spray urticante un’ottantenne che ha anche minacciato con un coltello, il tutto per un misero bottino di nemmeno cento euro. L’uomo, che a inizio novembre era stato salvato in extremis da un gesto estremo dallo stesso sovrintendente dell’aliquota Radiomobile di Merate che poi lo ha ammanettato, è sospettato di aver assalito pure una 64enne a Paderno d’Adda e una 59enne a Robbiate, sempre dopo che il sovrintendente dei carabinieri lo aveva letteralmente agguantato al volo mentre stava per gettarsi dal ponte San Michele, con il rischio di trascinare di sotto anche lui. 

Ieri però, durante l’interrogatorio di garanzia, ha ammesso solamente l’ultimo episodio. «Quella sera dovevano lasciarmi morire, così non avrei commesso questa sciocchezza», ha ribadito al gip Massimo Mercaldo e al pm incaricato del caso, il procuratore capo Walter Mapelli. Ha giustificato l’assalto contro la pensionata con la necessità di recuperare soldi a tutti i costi: «Sono disoccupato da un paio d’anni, non riesco a trovare un lavoro e devo mantenere quattro figli perché sono separato». Il suo avvocato ufficio Tatiana Balbiani ha chiesto per lui la firma obbligatoria oppure i domiciliari, ma il giudice per le indagini preliminari ha invece confermato la misura della custodia cautelare in carcere in attesa della conclusione delle indagini ancora in corso e per timore che il padre di famiglia possa tornare nuovamente in azione.

Degli accertamenti si stanno occupando gli uomini del pronto intervento alle dipendenze del luogotenente Emanuele Peritore, tra i quali anche il brigadiere Vincenzo Di Matteo, il militare 38enne che ha impedito al bergamasco di togliersi la vita. Gli operatori del 112 avrebbero in mano diversi elementi per ritenere che sia stato proprio lui a colpire anche le altre due precedenti volte: testimonianze, riconoscimenti fotografici, immagini delle telecamere che lo avrebbero immortalato durante la fuga, oltre al pugnale, alla bomboletta di peperoncino e al cappuccio di lana indossato come passamontagna durante il violento furto messo a segno martedì in via Sant’Ambrogio, vicino al cimitero del paese.