Nibionno (Lecco), 23 novembre 2013 - Erano più di quattro i balordi che quella domenica sera hanno fatto irruzione nella stanza dei giovani italiani. Erano almeno sei, probabilmente di più, ma gli investigatori di Maidstone stanno ancora cercando di chiarire esattamente i ruoli dei componenti del branco. Quello che è certo è che oltre ai lituani formalmente già incriminati per l’omicidio di Joele Leotta e l’aggressione di Alex Galbiati, risultano indagati altri due connazionali fermati insieme agli altri subito dopo il linciaggio ma rilasciati su condizionale. La pozione di questi ultimi dovrà essere chiarita entro dicembre. 

Forse sono rimasti semplicemente a guardare, magari non conoscevano le intenzioni degli amici, ma le telecamere installate nella zona di Lower Stone Street hanno inquadrato e ripreso anche loro scappare fuori dalla porta della foresteria del Vesuvius, il ristorante dove i brianzoli lavoravano come camerieri da nemmeno una settimana. Mancherebbero però le prove di una partecipazione diretta alla mattanza, altrimenti si troverebbero in carcere, nella stessa cella di Aleksandras Zuravliovas di 26 anni, Tomas Gelezinis di 30, Saulius Tamoliunas di 23 e Linas Zidonis di 21, i baltici ritenuti gli autori dell’agguato mortale costato la vita al 19enne di Nibionno. Il console generale tricolore a Londra Massimo Mazzanti assicura che le indagini proseguono a ritmo serrato.

«Siamo in costante contatto con gli inquirenti inglesi e li sollecitiamo quotidianamente affinché risolvano il caso quanto prima e definiscano le responsabilità di tutte le persone coinvolte - spiega -. Da quello che mi risulta attorno a quella stanza c’era parecchia gente e si è verificato molta confusione». L’agente della Farnesina garantisce anche la massima attenzione affinché il feretro del ragazzo possa tornare a casa quando prima, date certe tuttavia nemmeno lui è in grado di indicarle, perchè gli imputati hanno chiesto nuovi accertamenti sulla salma, una sorta di seconda autopsia, come prevede la legislazione anglosassone. 

«Il coroner ha terminato il suo compito e fornito elementi molto chiari su quanto avvenuto, ma i presunti assassini si sono avvalsi del diritto di ulteriori esami, come del resto ci aspettavamo - rileva il diplomatico -. Tutto ciò potrebbe provocare un allungamento dei tempi di rimpatrio. Non appena avremo indicazioni precise le comunicheremo ai genitori». Dall’Inghilterra promettono inoltre che si occuperanno di tutte le procedure e anche delle spese i funzionari del nostro ministero degli Esteri, allo stesso modo con cui si sono premurati di accogliere e assistere la mamma e il papà del nibionnesse, fornendo vitto e alloggio oltre che biglietti e prenotazioni per il viaggio aereo.