Abbadia Lariana (Lecco),  16 novembre 2013 - Qualcuno voleva farle perdere la testa, qualcuno che conosceva il grave momento di difficoltà che stava attraversando e che la tormentava probabilmente con l’obiettivo di spingerla a commettere una sciocchezza, forse per indurla a lasciare il marito. E c’è riuscito, protetto dall’anonimato che offre internet, attraverso cui le inviava messaggi in cui sosteneva che il suo compagno aveva un’altra donna. Quello che però non poteva immaginare è che quei continui dubbi sulla mente già provata della giovane madre l’avrebbero spinta addirittura ad ammazzare il figlio, Nicolò, di nemmeno tre anni, che avrebbe compiuto tra una decina di giorni, il 25 novembre.

Presto però chi si nascondeva nei meandri della rete avrà un nome e un volto reale. Il mese prossimo, subito dopo Natale, gli esperti informatici depositeranno la perizia commissionata proprio per scoprire chi assillava attraverso Facebook Aicha Christine Eulodie Coulibaly, la 25enne della Costa d’Avorio di Abbadia Lariana che all’alba del venerdì 25 ottobre scorso ha accoltellato con una forbiciata dritta al cuore il proprio ultimogenito. La donna ieri ha parlato a lungo dei continui post che riceveva. «Lui si vergogna di te», «A lui piace il mio odore non il tuo», e poi gli sfottò: «Tanto questa notte tu non dormirai». Ne ha discusso nell’interrogatorio fiume, durato oltre quattro ore, con il pm incaricato del caso, il sostituto procuratopre Cinzia Citterio e il tenente Simone Scafuri dei carabinieri di Lecco. 


Accanto le è sempre rimasta l’avvocato Sonia Bova, 48 anni, mamma anche lei e quindi in grado di comprendere più di altri il senso di angoscia che a volte si avverte dopo il parto. L’ivoriana ha anche ripercorso le settimane immediatamente precedenti la tragedia, il senso di profonda solitudine che provava, le richieste di aiuto ai genitori in Africa, il desiderio di raggiungerli perchè avvertiva che non avrebbe retto ancora a lungo, sino ad arrivare a quella notte, quando ha commesso l’irreparabile, di cui non si sarebbe ancora resa conto. «Voglio tornare dal mio Nicolò, lasciatemelo vedere», ha continuato a ripetere a tratti.