Nibionno, 25 ottobre 2013 - Si erano incontrati giusto domenica, il giorno prima che partisse. Lui si sentiva pervaso da un senso di ansia per la comprensibile apprensione nei confronti della nuova vita e dell’esperienza che si apprestava ad affrontare, forse quasi per un triste presentimento. Lei allora lo aveva incoraggiato a non preoccuparsi e a partire sereno per l’Inghilterra. Poi lunedì la notizia, violenta al pari di un pugno nello stomaco, proprio come puoi pugni che le hanno sottratto un amico che per lei era stato anche un fidanzato. E adesso Patrizia Sala si sente in colpa per quanto accaduto. «L’ho incoraggiato in quell’ultimo giorno, se non lo avessi fatto lui avrebbe rinunciato a quel viaggio e adesso sarebbe ancora qui con me, con noi - racconta -. Io però ho cercato di spiegargli che faceva bene, che quella partenza gli avrebbe cambiato l’esistenza».

«Gli ripetevo di non preoccuparsi, di vivere quell’avventura al meglio, perchè gli avrebbe solo regalato belle cose». «Invece è successo l’esatto contrario di quello che lui sognava e che tutti noi ci aspettavamo da lui». Lei e Joele si sono frequentati per diversi mesi, poi si sono lasciati, come spesso può capitare a quell’età, ma erano comunque rimasti molto uniti e lui l’ha sempre sostenuta, specie quando la scorsa estate era rimasta coinvolta in un brutto incidente, lui nel momento del bisogno c’era sempre, per una parola di conforto, una battuta per scherzare, semplicemente per ascoltare. Per questo prima di volare nel Kent aveva voluto incontrarla e salutarla ma anche manifestarle la propria insicurezza.

Si erano dati appuntamento al suo ritorno al bar del centro paese, quello dove con gli amici trascorrevano le ore libere e le serate, fantasticando su quello che la sorte avrebbe riservato. Ma in quel bar lui non si siderà mai più. «Quando mi hanno riferito quanto accaduto non volevo crederci, nessuno voleva crederci, eppure è successo». Con il senso di colpa rimane la domanda insoluta sul perchè, che ha chiesto anche ad Alex Galbiati, il coetaneo di Molteno scampato all’aggressione. «Ci siamo sentiti per messaggio, ma mi ha solo spiegato che erano in camera loro, in pigiama, quando quegli animali hanno fatto irruzione nella stanza e li hanno picchiati a sangue». 

di D.D.S.