Cortenova, 22 agosto 2013 - «Traditori», «fate schifo», «infami». Sono solo alcune delle scritte apparse da qualche giorno sui cartelli che raccontano la Resistenza sulle montagne lecchesi all’imbocco dei sentieri usati dai partigiani. Le scritte, realizzate probabilmente con un pennarello, sono state notate da alcuni escursionisti intenti ad attraversare uno di questi sentieri chiamato la “Scaletta”. La stradina collega la frazione di Cortenova con il passo del Cainallo nel territorio del Comune di Esino Lario; un «Sentiero dei Partigiani», come ricorda il cartello indicatore posto all’imbocco della via, nei pressi dell’acquedotto.

La “Scaletta” è stata una via di comunicazione molto importante durante il secondo conflitto mondiale, quando i partigiani percorrevano le anguste vie di montagna per raggiungere Mandello del Lario e portare informazioni tra la località lacustre e le valli della Valsassina, tra cui la Val Biandino e la Val Varrone. Attraverso queste strade è stata scritta la storia dell’Italia moderna, tanto che lungo questo sentiero, di grande importanza, sono stati installati pannelli per ricordare i fatti della guerra di resistenza partigiana durante l’occupazione Nazi-fascista a tutti coloro che percorrono queste stradine di montagna, per lo più turisti che vanno in montagna le domeniche e nel mese di agosto. I cartelli, posizionati dall’Anpi-Associazione nazionale partigiani italiani pochi anni fa, finora non erano mai stati sfregiati, né con simboli né con scritte. Per i molti valsassinesi che hanno partecipato alla Resistenza, e i tantissimi familiari, è stato un duro colpo leggere i commenti scritti sui pannelli.

«Traditori rispetto a cosa o a chi? All’occupazione tedesca, alla Rsi? La verità è che si tratta di ignoranza. Questi atti sono da leggere come una mancanza di conoscenza storica .- commenta il presidente dell’Anpi lecchese Enrico Avagnina -. E se non è così allora sono posizioni che ripercorrono idee anticostituzionali che vanno contrastate attraverso iniziative come quelle che portiamo avanti da anni nelle scuole per spiegare ai ragazzi cosa è accaduto a Lecco e sulle nostre montagne, dove i partigiani sono stati protagonisti della Resistenza in Lombardia. Se qualcuno ancora non lo sapesse il loro sacrificio è alla base della nostra Costituzione».

Per l'Associazione lecchese si tratta comunque di atti gravissimi. «Come Associazione nazionale partigiani d’Italia condanniamo fermamente questi fatti incresciosi - continua Avagnina -. Questi episodi si stanno moltiplicando. Penso alle svastiche apparse sulla sede della nostra associazione il 25 aprile o il saluto a Priebke. Nonostante ciò abbiamo le antenne sensibili e continuiamo con le nostre iniziative, soprattutto all’interno delle scuole, per tamponare questa marea crescente di ignoranza. Creare una toponomastica, come i cartelli che sono stati colpiti in montagna, è molto importante. Non solo nelle valli, ma anche in città. Continueremo a farlo e abbiamo creato una mappa non solo della Resistenza ma anche dell’occupazione tedesca sul territorio».

di Fabio LandriniFederico Magni