Lecco, 9 agosto 2013 - Da una parte del confine si lotta per scongiurarne l’estinzione, dall’altra lo vorrebbero come trofeo di caccia. È la battaglia che si gioca fra Italia e Svizzera sulla pelle dell’orso bruno, reintrodotto con fatica sulle Alpi, ora a rischio dopo le dichiarazioni del governo cantonale del Canton Grigioni secondo il quale spetterebbe all’Italia gestire gli orsi “problematici” abbattendoli prima che attraversino il confine. A conti fatti se in Trentino la popolazione convive con una quarantina di orsi, in Lombardia invece potrebbero presto scomparire perché, secondo gli esperti del progetto Life Arctos, gli esemplari in circolazione sarebbero al massimo tre.

Era già accaduto con M13, nipote dei primi animali spostati dalla Slovenia. La sua eccessiva curiosità lo spingeva fin dentro i centri abitati e una volta che aveva messo piede in Svizzera era stato immediatamente ucciso. «Questi orsi costituiscono un ostacolo all’accettazione del grande predatore da parte della popolazione locale. L’abbattimento deve perciò poter avvenire in una fase precoce nel loro territorio originario», chiede il Cantone.

Cristiano Luminati, presidente della regione Valposchiavo, spiega cosa ha motivato questa richiesta: «Se ci fossero i presupposti, la convivenza sarebbe possibile. Purtroppo ora non è così. Quella del Cantone è una provocazione per spingere alla creazione di un sistema coordinato fra i vari Paesi. La Convenzione delle Alpi parla dell’introduzione dei grandi predatori ma non è possibile gestirla in modo diverso da un Paese all’altro. Da noi ad esempio la popolazione è ancora molto preoccupata, non eravamo pronti quando è arrivato M13. Da allora non è cambiato nulla. In più c’è la questione dell’agricoltura di montagna: molti hanno paura di non poter più svolgere il loro lavoro».

Eppure in Lombardia è stato fatto molto negli ultimi anni, soprattutto per informare il più possibile residenti e allevatori sulla presenza degli orsi e sulla convivenza con i grandi predatori. «Con il lavoro di Life Arctos, Regione Lombardia ha dimostrato che convivere con gli orsi è possibile, anche con quelli definiti “problematici”, che non hanno sviluppato un’indole che li fa diffidare dall’uomo - spiega Pietro Gatti, referente in Provincia di Lecco del progetto Life -. Ad esempio sono state create delle squadre di dissuasione che si occupano di allontanare gli orsi più curiosi».

Per ora fra Lecco, la Valtellina, la Val Seriana e la Val Brembana potrebbe esserci un solo orso in circolazione: M7, che quest’inverno, in fuga dalle temperature rigide si era spinto molto in basso ed era stato immortalato in molte fotografie. Probabilmente un altro vaga fra l’Alta Val Camonica e la Valtellina. «L’anno scorso erano di più. C’era M13, ucciso in Svizzera, e un altro orso che purtroppo era morto sotto una valanga. Sono animali che affrontano molti pericoli e possono morire». Anche per un confine sbagliato.

federico.magni@ilgiorno.net