Lecco, 31 luglio 2013 - Di nuovo alla carica perché il sogno di restituire l’isola Viscontea alla città dopo anni di degrado non tramonti nel mezzo di una splendida estate. Nella giornata di domani una delegazione di Appello per Lecco si recherà a Milano, negli uffici della Soprintendenza di Milano, per presentare un secondo progetto di rilancio dell’isola che l’associazione cittadina ha ottenuto in comodato d’uso (dal marzo 2011) dalle quattro famiglie proprietarie del lembo di terra in mezzo all’Adda.

L’incontro con l’architetto Chiara Rostagno, responsabile per la zona di Lecco, è un secondo tentativo che segue la bocciatura di un primo progetto considerato da parte della Soprintendenza non idoneo alla tutela storico-ambientale del luogo. «Hanno detto no alla nostra proposta - spiega Corrado Valsecchi, anima di Appello per Lecco - e ora vorremmo capire come rendere il nostro progetto compatibile perché ormai la gestione non può più andare avanti così com’è. Ogni volta che apriamo l’isola al pubblico ci vogliono almeno una trentina di volontari che garantiscano la sicurezza necessaria nel trasporto dei visitatori». Giusto per dare un’idea il 2 ottobre 2011, giorno dell’inaugurazione, furono 2.500 i visitatori che sbarcarono sull’isola e in due anni si è già raggiunta quota 10mila presenze, segno di indubbio successo.

Nell’idea iniziale di Appello per Lecco c’è la volontà «di rendere l’isola sempre più bella per mertterla al servizio della comunità con la possibilità di organizzarci eventi, soprattutto per bambini ma anche mostre, concerti e magari, in prospettiva, anche catering e matrimoni». Ora che l’idea ha risvegliato l’interesse dei lecchesi, il passo successivo è quello di far sì che la gestione dell’isola diventi economicamente sostenibile. «Pensiamo di superare questo momento associativo perché con i volontari non si può più andare avanti- spiega Valsecchi -. Vogliamo costituire qualcosa di più esteso che coinvolga maggiormente la città, penso a una Fondazione degli amici dell’isola o una Newco, che poi si dovrebbe occupare anche di acquistare l’isola».

Così si è proposto il progetto di creare un presidio con un bar, un ponte amovibile oltre alla ristrutturazione dell’immobile, progetto bocciato dalla Soprintendenza «nonostante ci fossimo fatti carico anche di un rilievo stratigrafico per evitare di andare a intaccare eventuali affreschi della struttura». Ora i volontari bussano di nuovo per continuare a insegnuire il sogno.

 

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