Lecco, 13 luglio 2013 - Nessuno lo aveva più cercato: Lorenzo Mazzoleni, perché la montagna che aveva tanto sognato e che era riuscito a scalare era diventata ormai anche la sua tomba. La notizia che il corpo dell’alpinista lecchese dal sorriso grande e dai capelli biondi,  scomparso a 27 anni dopo aver raggiunto la  vetta del K2, il 29 luglio del 1996, verrà finalmente cercato, è arrivata come un fulmine a ciel sereno a Lecco dove il tempo non ha mai lenito la sofferenza legata a quella scomparsa.

Lorenzo, che vestiva il maglione rosso dei “Ragni di Lecco”, era una giovane promessa dell’alpinismo. Ad annunciare le ricerche è stato Agostino Da Polenza, che all’epoca era a capo di quella spedizione che lasciò con il fiato sospeso tutta l’Italia e che invece oggi è alla guida del Comitato EvK2Cnr che, proprio in questi giorni si sta occupando di ricerche scientifiche nella zona del K2. «Abbiamo provato a cercare Lorenzo sul ghiacciaio, sotto la “via Cesen”. Nessuna traccia, c’era troppa neve. Ma il Rescue Team tornerà a riprovarci».

Lorenzo Mazzoleni era arrivato in vetta nel pomeriggio del 29 luglio del 1996 insieme a Mario Panzeri, il fratello Salvatore e Giulio Maggioni. Durante la discesa il gruppo era allo stremo delle forze. Lorenzo non fece più rientro alle tende dell’ultimo campo. Giampietro Verza, un altro membro della spedizione salito in quota,  lo cercò per tutta la notte, da solo. Il corpo fu individuato  a circa ottomila metri in prossimità della via Cesen, un’altra linea di salita rispetto allo Sperone Abruzzi. Era appoggiato su un seracco.  Troppo rischioso recuperarlo. La spedizione decise di lasciarlo dov’era.

Allora perché dopo tutti questi anni si torna a cercare ancora il suo corpo? A spiegarlo è lo stesso Agostino Da Polenza durante una video intervista pubblicata su «montagna.tv». «Credo che il corpo non sia più lì dove fu lasciato. Ho guardato le fotografie della montagna negli ultimi anni. Credo che sia sceso più in basso. Ho come l’impressione che quella parte di seracco sia scivolata più giù. Non vogliamo riportarlo a casa, ma dargli una sepoltura più degna al Memorial Puchoz».


Nei giorni scorsi sono stati effettuati dei sopralluoghi oltre il campo base del K2. Lungo il ghiacciaio che si apre sotto la via Cesen, sulla linea di caduta del seracco. Per ora sembra che le ricerche non abbiano dato esito ma nei prossimi giorni altri uomini torneranno a cercare Lorenzo Mazzoleni ai piedi del K2. 

di Federico Magni