Cremella, 23 aprile 2013 - Giurano di non saperne nulla, né della droga, tanto meno del Kalashnikov. Sostengono che non appartengono a loro e che non avevano nemmeno accesso a quel capannone dove i carabinieri hanno ritrovato la marijuana e il fucile d’assalto. Ma James e Domenico Gorizia, i due fratelli di 36 e 38 anni di Cremella, finiti in manette venerdì sera, per il momento restano in carcere. Ieri mattina il Gip Paolo Salvatore, al termine dell’interrogatorio di garanzia, ha infatti convalidato l’arresto eseguito dai militari della stazione locale e confermato la misura della custodia cautelare, come chiesto dal pm incaricato del caso, il Sostituto procuratore Cinzia Citterio che sta coordinando le indagini. 

«I miei assistiti hanno riferito che non avrebbero potuto entrare nel luogo dove sono stati rinvenuti lo stupefacente e il mitragliatore semiautomatico», spiega l’avvocato di fiducia, il 38enne Alessandro Meregalli del foro di Monza. Si tratta di uno stabile che sorge al civico 58 di via Cesare Battisti, in centro paese, sede legale di un’impresa edile fallita, e per questo posto sotto sequestro giudiziario. «Loro possiedono solo le chiavi per raggiungere il cortile, dove il fratello più grande, che si guadagna da vivere come muratore e che adesso rischia l’impiego, custodiva materiale da lavoro, come confermato dal suo principale», prosegue il legale, che preannuncia l’eventualità di ricorrere ai giudici del riesame.

Ma gli investigatori del 112 avrebbero in mano molti elementi più che concreti per ritenere che invece l’Ak-47 con tanto di quaranta colpi calibro 7.65 e il chilo e mezzo di «erba» siano proprio loro, dato che li tenevano d‘occhio entrambi da tempo. Inoltre rimangono ancora molti punti oscuri da chiarire. Non giocano certo a favore del più giovane i precedenti, già finito in carcere per spaccio e armi, tanto da essere ritenuto il capo di un’organizzazione di pusher che si riforniva di sostanze proibite in Calabria, sua terra d’origine, per poi rivenderle a prezzi maggiorati nell’hinterland milanese, in Brianza, nel Canturino e in provincia di Lecco. «Per quello che lo conosco, certamente il più grande, Domenico Gorizia, è pulito, non ha mai avuto guai ed è incensurato», ribadisce il difensore. 

«Il suo errore probabilmente è stato quello di aver ospitato il fratello minore, il quale, dati i trascorsi, potrebbe averlo coinvolto in situazioni che non lo riguardano. Per questo sto valutando se sia opportuno che io continui a rappresentarli entrambi». Probabilmente qualche certezza in più potrebbe arrivare dagli esami balistici a cui verrà sottoposto il Kalashnikov, che sarà analizzato dagli esperti del Racis di Parma (il Raggruppamento investigazioni scientifiche) per comprendere se - come -pare sia stato utilizzato, quando, perchè ed eventualmente compararne i risultati con i test eseguiti per altre indagini insolute.

di Daniele De Salvo