Costa Masnaga, 6 aprile 2013 - E’ durato un’intera notte l’incubo per due sorelle di appena 23 e 27 anni di Costa Masnaga, figlie di un noto imprenditore brianzolo, assalite in casa propria da tre rapinatori e imprigionate in bagno, legate mani e piedi con un cavo elettrico. Si sono liberate solo al mattino seguente, ma anche dopo essere riuscite a strappare i legacci hanno dovuto attendere ancora parecchio tempo prima che qualcuno sentisse le loro grida disperate di aiuto.

E tutto per un bottino di pochi gioielli di scarso valore e qualche soldo. I banditi infatti miravano alla cassaforte e a quanto eventualmente custodito in essa, ma quando si sono resi conto che veramente le due ragazze non sapevano come aprire il forziere si sono dovuti accontentare dei primi oggetti a portata di mano.

I tre balordi che le hanno aggredito hanno atteso che la più piccola venerdì rincasasse verso le 23.30. L’hanno bloccata e costretta a far loro strada all’interno della bella villa che sorge all’interno della proprietà della “Puricelli”, una società di laminati plastici a ridosso della Superstrada 36 di proprietà dei nonni e dei genitori. La più grande invece era già nell’abitazione, al piano superiore.

Una volta riunite entrambe hanno chiesto alle ostagge dove si trovasse l’armadio blindato e le chiavi, ma le giovane, anche perché sconvolte, non sapevano a rispondere. Hanno insistito, minacciandole con un cacciavite e ricorrendo alle maniere forti, ma non è servito nulla. Allora le hanno immobilizzate e rinchiuse nei servizi igienici e, dopo aver racimolato qualcosa da portar via, sono scappati.

Per ore sono rimaste in silenzio e immobili, accovacciate sul pavimento, per timore che i rapinatori potessero ripresentarsi. Quando hanno realizzato che invece se ne erano veramente andati hanno cominciato a provare a slegarsi, ma solo all’alba hanno rotto le corde che stringevano polsi e caviglie.

Alcuni residenti della zona hanno udito le urla di terrore e finalmente è scattato l’allarme. Sul posto sono intervenuti prima il fratello più grande Luigi e poi in forze i carabinieri Gli specialisti della scientifica hanno battuto palmo a palmo tutte le stanze ma anche l’intero parco che si estende attorno alla dimora.

“Nei loro confronti delle vittime non è stata usata violenza di alcun genere, tutta l’azione criminosa è verosimilmente durata poco più di 10 minuti”, ha illustrato il tenente colonnello Marco Riscaldati, comandante provinciale dell’Arma, che ha partecipato direttamente ai rilievi e ha parlato a lungo con le vittime.

I rapinatori, secondo le testimonianze raccolte, sarebbero stranieri, probabilmente albanesi o slavi. Indossavano passamontagna e guanti da lavoro per non farsi identificare e non lasciare impronte. Uno impugnava un lungo cacciavite. Subito dopo il primo colpo hanno messo a segno un furto anche in un appartamento della zona.

Quello di Costa è solo l’ultima di una lunga serie di rapine in abitazione messe a segno in Brianza e nell’hinterland lecchese. A febbraio tre episodi ancora più efferati si erano registrati a Calolziocorte e prima ancora a Cremella, a Missaglia, Sirtori, Garbagnate Monastero, Montevecchia e molti altri paesi ancora.