Colico, 28 marzo 2013 - L’imprudenza e il mancato rispetto delle più elementari regole del codice della strada ha rischiato di uccidere un operaio che stava lavorando al cantiere della Monte Piazzo sulla Superstrada 36 nel cuore della notte. Tutto è accaduto poco dopo l’1.30. Gli operai di una ditta specializzata nella segnaletica di cantiere stavano ultimando gli interventi commissionati dalla Tirrena che ha l’appalto per il rifacimento della Monte Piazza. Un furgone che si occupa di trasporti speciali che procedeva in direzione nord si è fermato seguendo la segnaletica al fine di consentire agli operai incaricati di eseguire le operazioni a cui erano addetti. 

Il conducente del furgone oltre ad essersi fermato ha avuto anche la precauzione di accendere le quattro frecce così da segnalare ai veicoli in arrivo la situazione, ma questo accorgimento non è stato sufficiente perché dopo pochi secondi è sopraggiunta un’auto guidata da una donna che procedeva a circa 140 chilometri orari. La frenata all’ultimo istante non è stata sufficiente e il veicolo ha colpito in pieno il furgone che ha carambolato sopra un mezzo di Anas che era sulla corsia chiusa e poi è volato addosso ad alcuni operai. Uno di questi, un ragazzo ucraino del 1988, non ha fatto in tempo a fuggire ed è stato travolto dal mezzo ormai completamente fuori controllo.

Il giovane operaio è stato ricoverato all’ospedale di Gravedona con fratture multiple e politrauma ma non è in pericolo di vita. Sono finiti in ospedale anche i due conducenti dei mezzi coinvolti nello schianto. Sul posto è intervenuta la Polstrada di Bellano e i vigili del fuoco oltre che le ambulanze della Croce rossa di Lecco e del Soccorso bellanese. Profonda rabbia tra i colleghi dell’operaio ferito e tra il personale che opera sulla Superstrada. La consegna del silenzio imposta da Anas viene superata con l’anonimato e gli operai non nascondono la loro frustrazione: «Noi facciamo tutto secondo le norme e le regole per cercare di lavorare in sicurezza in condizioni che sono difficili visto dove lavoriamo però dobbiamo convivere con automobilisti che prendono la Superstrada per una pista.

Quello che è successo ieri notte è l’esempio del rischio che corriamo. Nessuno prende in considerazione i cartelli con i limiti di velocità, i pannelli luminosi, i birilli e quello che se ne sta lì con la paletta a far segno di rallentare. Anche quando c’è solo una corsia e si dovrebbe procedere lentamente perché siamo al lavoro sfrecciano come se fossero in autostrada. Lo spostamento d’aria è violentissimo al passaggio di ogni mezzo per non parlare dei camion, ma quando le cose vanno male succede come l’altra sera.
Dovrebbe esserci sempre una pattuglia che faccia un po’ di multe. Qui non si parla solo di limiti di velocità qui si parla di ammazzare noi che già facciamo un lavoro durissimo di notte nelle gallerie».