Paderno D'Adda, 16 febbraio 2013 - In meno di un anno ha dovuto far i conti con cinque colpi, due fortunatamente sventati all’ultimo, tre purtroppo perfettamente andati a segno. L’ultimo solo l’altra notte, tra mercoledì e giovedì. La vittima della serie di furti è Cesare Sangalli, 37 anni di Paderno d’Adda, titolare dell’omonimo bar di via Leopoldo Gasparotto, a pochi metri in linea d’area dalla stazione ferroviaria. «Sono quasi abituato, anzi rassegnato o dovrei esserlo, visto che ormai ogni tre mesi i ladri si fanno vivi - commenta sconsolato il commerciante -. Provo tanta rabbia e amarezza perché così non si può andare avanti a lungo. Rischiamo anche di non trovare più qualcuno disposto a stipulare polizze assicurative con noi, perché ormai questi episodi si stanno verificando troppo di frequente».

Eppure i dispositivi di sicurezza non mancano: ha installato telecamere, anche agli infrarossi, consolidato le inferriate, posto dei panettoni in cemento per evitare che qualcuno sfondi serrande e infissi con autoarieti e sottoscritto un abbonamento con una società di vigilanza privata. Ma a quanto pare gli accorgimenti non servono a nulla. «Abito vicino, quando scatta l’allarme corro subito, io come i carabinieri e le guardie giurate, eppure è sempre troppo tardi». Durante la spaccata dell’altro giorno i colpevoli hanno utilizzato dei picconi con i quali hanno scassinato la saracinesca e abbattuto la porta di ingresso principale. «Una persona che abita nello stesso palazzo della nostra attività ha subito avvisato il 112 quando è stata svegliata dai ripetuti boati provocati dalle maglie metalliche che cedevano sotto le mazzate e dei vetri in frantumi - racconta il barista -. Eppure gli intrusi sono riusciti a prendere una slot elettronica e altro ancora, abbandonando solo dei picconi». Gli occhi elettronici hanno inquadrato quattro individui all’opera, tutti rigorosamente incappucciati.
 

Hanno portato a termine il lavoro in un paio di minuti, infine sono scappati lungo la vicina massicciata, dove si sono dileguati nel nulla, nonostante i carabinieri, lui e il metronotte abbiano provato a inseguirli sui binari prima di desistere perché troppo pericoloso correre nell’oscurità su una linea ferrata. «L’ammanco è poca roba, il videopoker non è nemmeno nostro - prosegue il proprietario del bar che funge anche da tabaccheria, ricevitoria, pub ed enoteca -. I danni però si aggirano sui 2mila o 3mila euro, che sono una bella cifra, specie perché è la quinta volta che accade».

di Daniele De Salvo