Paderno d’Adda, 19 maggio 2012 - Non voleva sparare e tanto meno voleva uccidere. Questa mattina, sabato, Fabio Citterio, il 45enne di Lurago d’Erba accusato dell’omicidio di Antonio Caroppa, il padre di famiglia di 42 anni di Paderno d’Adda, durante l’interrogatorio avrebbe spiegato che non aveva intenzione di premere il grilletto, lasciando intendere che più che un agguato si sarebbe trattato di una spedizione punitiva o comunque di un gesto di avvertimento. La situazione però è degenerata e lui avrebbe fatto fuoco accidentalmente, ammazzando il brianzolo con un colpo di pistola che ha trapassato la gola della vittima senza lasciargli scampo.

A differenza di quanto successo lunedì durante l’udienza di convalida, il tecnico informatico questa volta ha risposto a tutte le domane poste dal Pm incaricato del caso, il Sostituto procuratore Rosa Valotta. Accanto a lui c’era l’avvocato d’ufficio Maria Grazia Corti: “Ha parlato ininterrottamente dalle 11 fino alle 14.30, fornendo molti elementi utili alle indagini e ricostruendo uno scenario che pare molto plausibile”. Avrebbe spiegato anche dove ha recuperato l’arma del delitto, un revolver calibro 38 con matricola abrasa, come confermato che dietro a lui ci sarebbero altre persone che gli avrebbero commissionato il raid, ma su questo il difensore non si pronuncia assolutamente per non compromettere questa delicata fase.

Adesso gli inquirenti e gli investigatori devono cercare riscontro alle dichiarazioni rese e confrontarle con quelle rilasciate dalla cugina di secondo grado Tiziana Molteni, operatrice socio-sanitaria di 53 anni di Dolzago in carcere a Como per lo stesso motivo perché avrebbe partecipato pure lei al delitto.

di Daniele De Salvo