Lecco, 10 aprile 2012 - I dipendenti della Fumagalli edilizia industrializzata di Bulciago questo pomeriggio, mercoledì, hanno sfilato in corteo per le vie del centro di Lecco per chiedere solidarietà ai cittadini nella difficile battaglia per il posto di lavoro. La storica società brianzola è infatti in liquidazione e 154 persone tra operai, impiegati e tecnici sia del polo produttivo di Berio sia di quello di Pontirolo, in provincia di Bergamo, rischiano di rimanere a casa. Il liquidatore fallimentare ha già depositato la richiesta di concordato, ma il timore è che si proceda semplicemente a smantellare i diversi rami di azienda, vendendo macchinari e impianti per ripianare i debiti senza cercare alternative allo smantellamento in modo da preservare le maestranze.

La situazione è molto complessa, i bilanci sono in rosso di quasi 70 milioni di euro tra soldi che spettano a diversi istituti di credito e ai fornitori. Il paradosso è che le commesse non mancavano, ma le banche non hanno più concesso finanziamenti e diverse opere iniziate sono rimaste incompiute. “Siamo ancora una volta in strada per manifestare il nostro dissenso per il persistere dell’atteggiamento unilaterale da parte della direzione aziendale ed in particolar modo da parte del liquidatore - hanno spiegato i delegati sindacali -. Abbiamo cercato in tutti i modi di cercare una soluzione che desse continuità a quella che è stata per anni l’attività produttiva, ma i consulenti invece si sono impegnati unicamente a spezzettare i vari rami per soddisfare i creditori evitando alla proprietà conseguenze giudiziarie, il tutto a discapito dei lavoratori”.

I manifestanti dalla sede dei confederati di via Besonda sono arrivati fin sotto gli uffici dell’Amministrazione provinciale di corso Giacomo Matteotti, dove si è svolto l’ennesimo incontro tra le parti, che però si è concluso in un nulla di fatto. La maggior parte delle persone al momento sono in cassa integrazione, ma ormai molti temono che il prossimo passo sia la mobilità e quindi la disoccupazione. Il problema è che l’intero settore è in crisi e difficilmente riusciranno a trovare una nuova sistemazione, fosse anche in altri ambiti, dato che il mercato del lavoro è completamente fermo. Intanto già un centinaio tra cottimisti e operatori dell’indotto collegato alla Fumagalli sono rimasti a spasso. E prima di loro era toccato ai dipendenti della Betonvilla di Merate e della Perego strade di Cassago Brianza.
 

di D.D.S.