Bulciago, 22 dicembre 2011 - La Fumagalli edilizia industrializzata di Bulciago è in vendita. I proprietari della storica azienda non riescono più a fronteggiare i debiti e per evitare il fallimento sono obbligati a cedere l’attività di famiglia. Contano in questo modo di ripianare almeno in parte i buchi multimilionari di bilancio, pagare quanto devono alle banche e ai creditori e definire la serrata della società entro febbraio attraverso il concordato preventivo.

Alcuni imprenditori avrebbero già manifestato un certo interesse all’affare, ma le trattative sono ancora in corso. È quanto emerso dall’incontro tra le parti svoltosi ieri mattina nella sede della Provincia di Lecco. Hanno preso parte al vertice i delegati sindacali, il sindaco di Bulciago e Pontirolo, dove sorge uno degli stabilimenti del gruppo, l’assessore provinciale al Lavoro Fabio Dadati, Matteo Sironi dell’Unità di gestione delle crisi aziendali, il liquidatore Roberto Chiodelli e il suo consulente Massimo Paravicini.

Durante l’incontro una delegazione di lavoratori ha allestito un picchetto sotto le finestre dell’Amministrazione provinciale. I sindacalisti hanno subito messo in chiaro che chi si farà avanti per acquisire alcuni rami della realtà industriale dovrà farsi carico anche dei dipendenti. «Per questo abbiamo domandato alle istituzioni di trovare meccanismi di incentivo o benefit che possano in qualche modo spingere i compratori a riassorbire quanta più manodopera possibile», spiega Claudio Cogliati, segretario lecchese della Filca-Cisl. Si ipotizzano sgravi fiscali.

Nonostante i possibili sbocchi la situazione è molto critica. «È precipitata nel giro di un mese - prosegue Cogliati - sebbene probabilmente anche prima la crisi era molto profonda. Purtroppo nessuno ci ha mai detto come stavano le cose esattamente, altrimenti si sarebbe potuto intervenire per tempo con maggiori margini». A fine mese, il 29 dicembre, presso la sede centrale di via Roma si svolgerà un nuovo summit per verificare che gli accordi presi sul pagamento del saldo degli stipendi di novembre vengano rispettati, poi il 23 gennaio ci si ritroverà ancora in Provincia per monitorare gli sviluppi.

Complessivamente sono 180 le persone che rischiano il posto, una quarantina a Pontirolo, le altre tra Berio e gli uffici amministrativi. Ma è l’intero settore edilizio a non reggere più. Sempre il 29, ma al mattino, è stato convocato un tavolo per la Betonvilla di Merate dato che scade la cassa integrazione straordinaria, mentre il 17 gennaio è stata organizzata una conferenza a livello provinciale proprio sulle imprese edili. «Stiamo attraversando una crisi territoriale nel settore - dice senza mezzi termini il numero uno della Filca -. Non siamo più in grado di fronteggiare quello che sta avvenendo nel campo. Se non si troverà rimedio per gli addetti della Fumagalli significa che 180 famiglie suddivise in due province rimarranno senza fonte di reddito, un disastro sociale».