Lecco, tanti bagnanti ma pochi bagnini sul ramo del lago di Como che volge a mezzogiorno

Pochi volontari per 70 chilometri di coste e 75 spiagge affollate come una riviera. E per Ferragosto è atteso un boom di presenze

Lecco - Il lago di Como è una sorta di mare della Lombardia, soprattutto per milanesi e brianzoli in fuga dalla canicola e dal cemento della città. Quest'anno, dopo 2 anni di pandemia, lo è ancora di più come non mai. Dall'Alto Lario e il laghetto di Piona a Colico, fino al lago di Garlate, passando da Oliveto Lario, il Moregallo a Mandello, Parè a Valmadrera e Malgrate sulla sponda occidentale, ogni spiaggia, ogni lido, ogni nuovo isolotto di terra spuntato a riva per la siccità e il livello dell'acqua sempre più basso, è trasformato in una sorta di affollata riviera, soprattutto durante i fine settimana, con file di asciugamani stese sui sassi a riva, ombrelloni piantati a terra e barbecue improvvisati. Per il fine settimana di Ferragosto si prevede un ulteriore pienone.

A vigilare a tempo pieno tutti i sabati e le domeniche sulle migliaia di persone che affollano gli oltre 70 chilometri di coste e le 75 spiagge della parte lecchese del Lario, ci sono però solo pochi volontari: sono i volontari della Croce rossa di Colico con gli Opsa del Comitato della Croce rossa del comprensorio lecchese, che sono gli operatori polivalenti del salvataggio in acqua che da quest'anno hanno dalla loro parte pure due “droni bagnino”; gli Amici di Claudio “reclutati” da mamma Patrizia con la sua associazione fondata dopo che nell'estate 2007 suo figlio Claudio che aveva 15 anni è annegato; i bagnini a due e quattro zampe dell'Associazione cinofila salvataggio nautico. Da soli gli angeli dei bagnanti riescono a presidiare direttamente da terra solo una manciata di spiagge. Negli ultimi anni hanno recuperato decine di bagnanti: già la loro presenza è una salvezza perché intervengono non appena percepiscono una situazione di potenziale pericolo. Negli altri posti, in caso di emergenza in acqua, occorre attendere l'arrivo dei vigili del fuoco impegnati nell'operazione "Lario Sicuro". Sono addestrati ed equipaggiati, effettuano costantemente esercitazioni e simulazioni e sono dotati di scooter d'acqua e gommoni con potenti fuoribordo per raggiungere ogni parte del lago il più in fretta possibile. Nei casi più estremi sono pronti a decollare da Malpensa anche i Draghi lombardi in elicottero insieme ai sommozzatori. Anche loro hanno già salvato molte persone. A seconda dei casi, della distanza, delle condizioni meteo, possono tuttavia impiegare alcuni minuti ad arrivare dove c'è bisogno e purtroppo, in alcune situazioni, i minuti possono segnare la differenza.

Per questo nel lago occorre molta prudenza e prevenire è sempre meglio che curare. “Dei circa 400 annegamenti che si registrano tutti gli anni in tutta Italia, la maggior parte riguardano persone che non sanno nuotare oppure che non sono abbastanza preparati fisicamente e quindi che si affaticano mentre nuotano, vanno in panico, iperventilano, ingeriscono acqua e vanno sotto – spiegano e avvertono Alberto Guglielmo, responsabile degli Opsa lecchesi e il suo collega Nicolò Bianchi -. Spesso si sottovaluta anche quello che c'è sotto la superficie dell'acqua”. Vale per quando ci si tuffa, come ad esempio al Moregallo o dai pontili e dai muri dei porticcioli, e vale anche per quando ci si spinge al largo e d'improvviso manca il fondale sotto i piedi e si sprofonda. Con il lago basso di quest'anno è ancora più rischioso. Non bisogna sottovalutare nemmeno lo shock termico: “Sebbene quello che ci raccontavano da bambini sulle congestioni dopo pranzo e la necessità di aspettare tre ore dopo aver mangiato a fare il bagno non abbia alcun fondamento e sia falso – proseguono gli Opsa -, bisogna stare attenti alla differenza di temperatura esterna e dell'acqua, specialmente di lago, perché potrebbe provocare uno shock termico, con l'abbassamento della frequenza cardiaca e della pressione che portano allo svenimento”. Per questo è sempre meglio bagnarsi e nuotare progressivamente per abituare e adattare il corpo. E' inoltre assolutamente da bandire l'alcol: alcol e calore insieme sono un mix che porta solo guai. “Mai nuotare da soli”, raccomandano inoltre i due operatori polivalenti del salvataggio acquatico. Occhio infine a palloni e gonfiabili: possono trasformarsi in veri veri e propri killer. Il vento li spinge sempre più al largo in pochi secondi: è questione di un attimo rincorrerli per recuperarli e trovarsi dove non si tocca e da dove non si è più in grado di tornare a riva a nuoto da soli. Attenzione pure a lasciarsi trasportare alla deriva in mezzo al lago sui materassini o sulle ciambelle salvagente: gli unicorni portano fortuna, ma non in acqua. Allora che sia veramente un buon e un sicuro Ferragosto al lago