2009-05-12
— LOMAGNA —
OTTO PERSONE mercoledì prossimo compariranno davanti al Gup di Lecco. Sono state arrestate nell’agosto scorso per vari reati: estorsione, lesioni, possesso ingiustificato di armi e spaccio di droga. I carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia di Merate e della stazione locale di Casatenovo quando si riferiscono a loro li chiamano «quelli del clan De Martino».

TRA GLI INDAGATI figurano infatti pure Giuseppe e Pasquale De Martino - padre e figlio, 52 anni il primo, 26 il secondo, entrambi residenti a Lomagna. Secondo gli inquirenti il genitore sarebbe il capo di una vera e propria organizzazione criminale dedita al racket. Con il pretesto di dubbie operazioni immobiliari avrebbero prestato alle vittime prescelte denaro che poi si facevano restituire con la violenza con interessi da strozzini, fino al 2 mila per cento al mese. Almeno due le persone costrette a sborsare ingenti somme di denaro per evitare ritorsioni. Una è una negoziante di Perego che, oltre a versare 60 mila euro in contanti in varie tranche, sarebbe stata costretta pure a intestare loro pure la casa. L’altro un commerciante di Vimercate, cui sarebbero stati estorti 20 mila euro. Gli altri sei che compariranno in aula sono Giuseppe Salvioni di 52 anni, sempre di Lomagna; Matteo Baselice, 51 anni, di Calco; i due fratelli Gianluigi e Roberto Velotti, 21 e 24 anni, di Usmate; Giovanni Impagnatiello, 40 anni, di Sesto San Giovanni e Leonardo La Pietra, 53 anni, di Sesto San Giovanni.

TUTTI PREGIUDICATI a vario titolo, presunti affiliati dell’organizzazione. Alcuni hanno già chiesto di patteggiare, altri hanno domandato il rito abbreviato. «Il mio assistito ha scelto il rito abbreviato - spiega ad esempio l’avvocato Claudio Rea, legale di De Martino junior - Questo naturalmente per godere di una pena ridotta, ma anche per cercare di sostenere che i reati di cui deve rispondere sono meno gravi di quelli che gli vengono contestati».
Daniele De Salvo