2009-05-05
di DANIELE DE SALVO
— MERATE —
SARÀ l’autopsia a svelare la causa del decesso di Felice Guarna, 63enne di Novate, morto neppure mezz’ora dopo essere stato dimesso dal Pronto soccorso del San Leopoldo Mandic. L’uomo, padre di due figli, originario di Milano ma trasferitosi da tempo in un appartamento di via Giotto 10 insieme alla moglie Ivana Fantini, sabato notte accusa forti dolori alla spalla destra e al torace che lo spingono a svegliare la consorte e a chiederle di domandare a un vicino di accompagnarlo dalla guardia medica dell’Asl, il cui ambulatorio si trova accanto all’ospedale.

È QUASI l’una. Il dottore di guardia gli consiglia di rivolgersi al vicino reparto di emergenza. Lui ascolta il parere e l’infermiere alla reception lo accetta con un codice verde, non grave quindi. All’1.39 esatte, 23 minuti dopo il suo arrivo, il medico di turno, la dottoressa Antonella Peigottu, ritenuta dai colleghi molto scrupolosa, lo visita. Nel giro di 5 ore ha già ricevuto 63 utenti. «Comparsa di dolore di tipo trafittivo, localizzato a livello della regione dorsale in parascapolare destra, irradiato in regione emitoracica destra, non accentuato dagli atti del respiro» annota. Pensa subito a problemi ossei. Pressione e temperatura sono nella norma e anche l’esame radiografico fornisce esito negativo. Perciò lo rimanda a casa dopo un’iniezione di Voltaren, raccomandandosi di tornare qualora la situazione peggiorasse. La diagnosi è «Dorsalgia da contrattura muscolare». Neppure il tempo però di mettere piede nell’androne del palazzo, a due passi dal nosocomio, che si accascia a terra. I sanitari del 118 subito intervenuti non possono nulla.

I FAMILIARI ritengono che a stroncarlo sia stato un attacco cardiaco e che sarebbe bastato un semplice elettrocardiogramma per scongiurare un epilogo simile. Sostengono anzi che la guardia medica aveva prescritto tale esame, sebbene nei referti non ci sia traccia. Caso di malasanità dunque. La mattina seguente hanno subito avvisato i carabinieri, i quali hanno informato la Procura, da cui è stata disposta un’inchiesta per accertare se ci siano state negligenze oppure se tutto sia dipeso da semplice casualità. I militari di Merate hanno sequestrato atti e cartella clinica. Adesso si attende l’esito della necroscopia, fissata forse già per oggi presso il Manzoni. Sarà un perito esterno ad occuparsene per garantire massima trasparenza. Tra le ipotesi infarto massivo, rotture improvvisa di un’arteria e aneurisma. Cauto sulla vicenda il direttore sanitario Gedeone Baraldo, convinto della bontà dell’operato del personale. «La sintomatologia faceva propendere per difficoltà osteoarticolari - commenta -. Il paziente presentava dolori alla schiena e alla spalla destra e nulla faceva propendere per patologie cardiache. Non ci risulta la richiesta di un elettrocardiogramma della guardia medica».