Governo Meloni, la manovra 2023: chi assume di più paga meno tasse. Superbonus al 70%

Le ricette del centrodestra: flat tax sugli aumenti dei dipendenti Si cambia l’incentivo del 110 per cento. Pace fiscale per le cartelle

Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia (Ansa)

Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia (Ansa)

Roma - "Dobbiamo sapere prima di tutto i numeri e, senza fare nuovo deficit, dobbiamo, però, avviare, sia pure con gradualità, la realizzazione del programma. Perché, nella essenziale cornice della tenuta dei conti, qualche primo segnale di cambiamento lo dobbiamo dare". È questa l’impostazione che sarà alla base della prima manovra da 50 miliardi del nuovo governo. A spiegarlo, negli ambienti che contano, gli sherpa di Giorgia Meloni e della maggioranza (dal sottosegretario Federico Freni, per la Lega, ad Alessandro Cattaneo per Forza Italia, a Maurizio Leo per Fratelli d’Italia) che hanno messo mano ai dossier economici e che ieri sera hanno incontrato in via XX Settembre il Ministro dell’Economia Daniele Franco. Un’impostazione cauta e prudente che, per il corposo versante fiscale, si tradurrà, però, nell’avvio del primo pezzo di flat tax (con la novità ulteriore dell’applicazione della tassa piatta anche agli aumenti derivanti dai rinnovi contrattuali per il lavoro dipendente), del varo di una rinnovata rottamazione delle cartelle, con tanto di saldo e stralcio per quelle fino a 1000-3000 euro, di un potente incentivo per le assunzioni ("più assumi, meno paghi") da utilizzare anche per i percettori di reddito di cittadinanza, e di un riordino del Superbonus, con il varo di un’aliquota unica per tutte le forme di bonus edilizi al 70-80 per cento.

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Cautela e prudenza

Dunque, sia pure entro i limiti ristretti imposti dalla condizione dei conti pubblici italiani, dal caro-energia e dalla caduta del Pil nel 2023 (allo 0,7 secondo la Nota di aggiornamento del bilancio, a meno per le agenzie di rating) fin verso una fase di recessione, la leader di Fratelli d’Italia e i suoi consiglieri economici vogliono mettere una firma concreta alla prossima legge di Bilancio. Certo, tenendo conto di uno spread a quota 250 e di una valutazione di S&P che parla di "scelte difficili" all’orizzonte, ma senza timidezze. E senza cancellare gli interventi da rifinanziare: dalla rivalutazione delle pensioni alla conferma del taglio del cuneo fatto da Draghi, per non parlare delle misure per il caro-bollette.

Flat tax incrementale per tutti

In primo piano la prima tranche della flat tax. Due le novità. Da un lato, si prospetta l’aumento dell’attuale soglia di flat tax da 65 a 100 euro di ricavi. Con un’aliquota che potrebbe restare al 15 per cento come è oggi o che potrebbe salire a 20 per la quota superiore ai 65 mila euro. La novità più rilevante, però, riguarda i redditi incrementali, perché riguarderà sia i lavoratori autonomi con partita Iva (ai quali la flat tax già si applica) sia i lavoratori dipendenti per gli aumenti contrattuali collettivi o individuali derivanti dai rinnovi o dai superminimi. In pratica, i lavoratori dipendenti si vedrebbero detassati (al 15 per cento) gli incrementi retributivi prossimi venturi.

Più assumi, meno paghi

Si tratterà di una sorta di Superbonus per le imprese che assumono. Ogni nuova assunzione determinerà per i datori di lavoro una deducibilità del costo del lavoro che potrà arrivare anche al 120-150 per cento. Se un nuovo assunto costa 30 mila euro, l’impresa potrà dedurre come spesa fino al 150% dei 30 mila euro. Un incentivo robusto che dovrebbe servire anche per svuotare il bacino dei percettori del reddito di cittadinanza, tanto più se si aggiunge la cancellazione del sussidio dopo una prima offerta rifiutata.

Saldo e stralcio fino a 3 mila euro

La soluzione in cantiere (la "pace fiscale" nel linguaggio salviniano) per venire incontro ai cittadini e alle imprese in difficoltà per le cartelle esattoriali ricevute o in arrivo passa attraverso due misure: "saldo e stralcio" fino a 3mila euro per le persone in difficoltà, con pagamento di un forfait del 15-20 per cento, e, per importi superiori, pagamento dell’intera imposta maggiorata del 5% in sostituzione di sanzioni e interessi, e rateizzazione automatica in 10 anni.

Superbonus unico al 70-80 per cento

Sbloccati i crediti di imposta accumulati nei cassetti fiscali delle imprese con l’eliminazione della responsabilità solidale, il passo successivo in gestazione è quello del riordino dell’intera batteria dei bonus edilizi. L’obiettivo è quello di una semplificazione delle regole, con la riduzione, però, dell’ammontare del bonus ottenibile. Il traguardo sarà quello di un’aliquota unica intorno al 70-80 per cento al posto di quella massima del 110 per cento.