Un antro da salvare

Se 50 metri quadri vi sembrano troppi. C’è un antro a Milano che racconta una storia personale lunga mezzo secolo e una vicenda artistica e culturale che data infinte decadi più in là. Si chiama Queequeg, come il ramponiere aborigeno di Moby Dick. È il regno di Gianmaurizio Fercioni. Barba piratesca, occhi di brace, look da dandy; Fercioni è decano e punto di riferimento per i tatuatori italiani. Il primo ad aprire uno studio professionale a Milano. Quello scrigno di ricordi e cimeli - alle postazioni per i tattoo si è presto affiancato un museo dedicato all’arte di disegnare sulla pelle - è a rischio sfratto. “Colpa” dei lavori al palazzo che lo ospita, nel quartiere di Brera. Fercioni cerca un nuovo spazio. Va aiutato. Come si aiuterebbe un Andy Warhol o un Jeff Koons. I tatuaggi raccontano millenni di storia dell’umanità: cosa sono di fronte a questo patrimonio 50 metri quadri?