"Nè più mai toccherò le sacre sponde, ove il vostro denaro fanciulletto giacque, addio parcometro mio che te specchiavi nell'onde, del bustocco mar da cui cresta nacque". Inizia con la fine, la quotidiana storia. Che non per tutti ha lieto fine. E che non per tutti ebbe lieto inizio. Non certo per quei sei che, nel 2013, furono arrestati grazie alla segnalazione di una collega alla piscina Manara di Busto Arsizio: intascavano quattrini, costoro, e non rilasciavano lo scontrino d’ingresso agli utenti. Chi è senza peccato scagli la prima pietra… "Presente!", la risposta della 50enne al monito di Gesù Cristo. E giù di denuncia. "Ma vi erano cose il cui corso non poteva essere cambiato. Tremò, mentre accadevano, allo stesso modo in cui in futuro, ripensando a quella sera, avrebbe avvertito un fremito di emozioni", scrisse Nicholas Evans in "L’uomo che sussurava ai cavalli". E tant’è. Tanto che la donna, dopo i buoni consigli, passò a dare cattivo esempio. Sussurrare agli animali, però, era cosa antica, da santi poi. E lei proprio santa non era. Così, divenuta addetta ai parcometri, prese a sussurrare a loro. Manomettendone ben 38, elevando il plafond da 30 euro massimi a 200 euro, incassando gli "spiccioli" degli automobilisti. 95 mila euro, dal novembre 2021 al settembre 2022. Sussurrando: "Piripì piripà adesso svuoto anche quella cassa là". Con il gruzzolo si è pagata soprattutto trattamenti estetici. Si sentiva brutto anatroccolo, evidentemente, e voleva diventare cigno. Ma niente lieto fine, si diceva: in manette, anzi. E ora piripì piripà per un bel po’ te la scordi la spa.