L'Europa chiude ai turisti inglesi. Via libera invece agli Usa

Intanto dal primo luglio tutti i Paesi dell'Unione dovranno emettere il green pass

Ursula Von Der Leyen presenta il Green pass europeo

Ursula Von Der Leyen presenta il Green pass europeo

Roma - Porte aperte, in Europa, ai turisti provenienti dagli Stati Uniti, anche non vaccinati. Porte chiuse invece per i turisti inglesi con l'Ue preoccupata dalla crescita dei casi di variante indiana. La novità arriva da fonti dell'Unione europea a Bruxelles e prevede un passo in più rispetto a quanto era stato già deciso a maggio, quando i requisiti erano o la vaccinazione o l'arrivo da Paesi considerati sicuri. Oltre agli Stati Uniti, all'elenco che fino a oggi comprendeva otto Paesi (Giappone, Australia, Israele, Nuova Zelanda, Ruanda, Singapore, Corea del Sud) si sono aggiunti Albania, Libano, Macedonia del Nord, Serbia, Taiwan, Hong Kong e Macao e Thailandia. Cio' non impedisce ai viaggiatori di questi Paesi o territori di essere sottoposti dagli Stati di destinazione a misure come test o persino quarantena. La decisione è legata ovviamente alla necessità di far ripartire un settore fondamentale per l'economia dell'Europa, quello del turismo, che tanto conta sui turisti provenienti dall'altra parte dell'oceano. 

 

Ma gli Stati Uniti restano chiusi

C'è da dire, però, che la decisione non è reciproca e gli Stati Uniti mantengono sospeso "l’ingresso ai cittadini stranieri che si sono recati in uno dei 26 paesi appartenenti all’area Schengen, inclusa l’Italia, nei 14 giorni precedenti al loro ingresso negli Stati Uniti" in base al proclama presidenziale di Donald Trump, come si legge sul sito dell'ambasciata americana a Roma. Dunque non è ancora possibile viaggiare per turismo negli stati Uniti, con le frontiere che restano sostanzialmente chiuse, fatta eccezione per i cittadini statunitensi e residenti permanenti o loro familiari, titolari di visto diplomatico e richiedenti di determinate tipologie di visto che rientrano nella categoria di ingressi definita dalle autorità locali di “interesse nazionale”.

Quando cadrà il divieto? Attualmente, la data fissata dagli Stati Uniti per la riapertura delle frontiere sembra essere a inizio luglio, ma le compagnie aeree e i professionisti legati al mondo del turismo fremono perchè la data venga anticipata. Ma lo scenario potrebbe invece essere addirittura peggione: "Spero che entro la fine dell'estate o l'inizio dell'autunno ci possa essere un allentamento del bando che vieta i viaggi in Usa dall'area Schengen, Italia compresa, ma non posso garantire". Così l'immunologo Anthony Fauci, direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseases (Niaid) e consigliere medico del presidente Joe Biden nella task force Usa anti Covid, che ha parlato recentemente con la stampa italiana. 

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Green pass europeo

 "Finora 15 Stati membri dell'Ue rilasciano già il certificato digitale Covid e dal primo luglio lo dovranno fare tutti". Lo ha dichiarato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, mostrato il suo certificato rilasciato dal Belgio. "Sto pianificando ora il mio viaggio nei 27 Paesi Ue per il Next Generation Eu e sono molto curiosa di provare e vedere come questo certificato funzionerà", ha aggiunto. 

Lunedì infatti è stato firmato il regolamento del certificato e sarà applicato dal primo luglio ma gli Stati possono farlo prima in modo volontario", ha spiegato la leader dell'esecutivo Ue prima di partire verso la Spagna e il Portogallo dove annuncerà l'approvazione dei rispettivi Piani nazionali di ripresa e resilienza. "Il Belgio l'ha fatto, da oggi permette di viaggiare con il certificato. Chiunque sia stato vaccinato, abbia fatto il tampone o sia guarito dal Covid puo' averlo", ha aggiunto.

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Inglesi off-limits

Un'estate senza turisti inglesi invece costerà all'Italia 1,5 miliardi per le mancate spese nell'alloggio, nell'alimentazione, nei trasporti, divertimenti, shopping e souvenir. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti in riferimento alla necessità di reinserire la quarantena per chi arriva dall'Inghilterra nel caso di forte aumento dei casi per la cosiddetta variante indiana annunciata dal premier Mario Draghi in conferenza stampa al termine del G7. Prima della pandemia erano oltre 2,1 milioni i cittadini della Gran Bretagna in viaggio in Italia durante i mesi di luglio, agosto e settembre con le mete privilegiate che sono le città d'arte. La Gran Bretagna si classifica al quarto posto tra i partner commerciali del Belpaese per cibo e bevande dopo Germania, Francia e Stati Uniti. Dopo il vino, con il prosecco in testa, al secondo posto tra i prodotti agroalimentari italiani più venduti in Gran Bretagna ci sono - conclude la Coldiretti - i derivati del pomodoro, ma rilevante è anche il ruolo della pasta, dei formaggi, salumi e dell'olio d'oliva e il flusso di Grana Padano e Parmigiano Reggiano.