Navalny, la Russia espelle i diplomatici di Germania, Svezia e Polonia

L'accusa: erano alle manifestazioni pro Navalny, il principale oppositore a Putin. Condanne da Merkel e Macron. Tra Russia e Ue è gelo siberiano

L'agguerrito ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov

L'agguerrito ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov

Mosca, 5 febbraio 2021 -  La Russia espelle tre diplomatici europei - di Germania, Polonia e Svezia- denunciando la loro partecipazione alle manifestazioni non autorizzate in sostegno ad Aleksei Navalny, il principale oppositore a Putin, ieri di nuovo sotto processo e condannato pochi giorni fa a due anni e mezzo di carcere. La notifica delle espulsioni è stata fatta mentre era in corso la conferenza stampa congiunta dell’Alto rappresentante per la politica estera europea, Josep Borrell, e del ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov. Dura condanna da Merkel e Macron; “Espulsioni non giustificate”. Quanto accaduto «è molto distante dai principi dello Stato di diritto», ha detto la Cancelliera tedesca evocando «profondi disaccordi» tra Russia e Ue.

 Lavrov, ha ribadito anche la sua versione in merito all’avvelenamento di Alexei Navalny, secondo la quale “i medici in Russia e Germania non hanno trovato nel suo corpo quello che e’ stato trovato dai soli medici militari tedeschi” e che “ai nostri numerosi tentativi di ricevere i risultati sui test né la Germania né la Francia né l’Opac (l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche) ci hanno dato alcuna risposta”.

L’esponente del Governo di Mosca si riferisce - senza mai citarlo - alle tracce dell’agente chimico del gruppo Novichok rivelato nel corpo di Navalny e che, secondo quanto stabilito anche da una recente risoluzione del Parlamento europeo, “è  disponibile unicamente per le strutture militari e i servizi segreti in Russia”. Il riferimento di Lavrov alla Francia e all’Opac si ricollega alla natura dell’avvelenamento “confermata da piu’ laboratori in Germania, Francia e Svezia, nonche’ dall’Opac”, precisa ancora la risoluzione. 

Proprio ieri il numero uno della diplomazia europea Josep Borrell nella capitale russa aveva incontrato il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, invitando la Russia a rilasciare Navalny e definendo la sua condanna “un punto a sfavore” delle relazioni. Il caso del blogger messo in prigione dopo una sentenza di un tribunale russo è risultato centrale nella discussione, o almeno nelle dichiarazioni iniziali e di chiusura. “Ho trasmesso al ministro Lavrov le nostre profonde preoccupazioni e ribadito il nostro appello al rilascio di Navalny”. Ma la mossa non ha fatto altro che raggelare ulteriormente i rapporti già molto tesi tra l'Europa e la Confederazione Russa.

Proprio ieri era misteriosamente morto Sergei Makshimishin, il medico che aveva curato Alexei Navalny nell’ospedale di Omsk subito dopo il suo avvelenamento dello scorso agosto. Makshimishin, 55 anni, era il responsabile del reparto di terapia intensiva dell’ospedale, dove l’oppositore del Cremlino aveva ricevuto le prime cure prima di essere trasferito in Germania. Secondo le prime notizie riportate dal tabloid britannico, il medico sarebbe morto per un attacco cardiaco in seguito a un improvviso incremento della pressione sanguigna. Maria Morozova, una collega che lo aveva incontrato la settimana scorsa, ha definito il decesso “davvero inatteso”. Galina Nazarova, portavoce del ministero della Sanita’ di Omsk, ha affermato che Makshimishin non soffriva di particolari patologie