Navalny, toni da guerra fredda tra Russia e Biden, gelo con l'Europa

L'Europa chiede la liberazione dell'oppositore di Putin. Lavrov la prende malissimo. Mistero sulla morte del suo medico in Siberia

La folla fuori dal nuovo processo per Navalny iniziato ieri

La folla fuori dal nuovo processo per Navalny iniziato ieri

Mosca, 5 febbraio 2021 - Il Caso Navalny accende i toni di guerra fredda che non si ricordavano. Che il Cremlino tifasse Trump, appare di giorno in giorno più comprensimile. È gelo tra la Russia e l’amministrazione Biden, già alle prese con la grana cinese, sul fronte esteri, per le manovre di avvicinamento di Pechino a Taiwan. A lanciare il primo missile, per fortuna verbale, è il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, che esprime rammarico per la dura posizione espressa dall’inquilino della Casa Bianca sull’incriminazione di Alexei Navalny, il principale oppositore di Putin, condannato a due anni e mezzo di carcere. “Il presidente americano Joe Biden ha usato una retorica ‘’aggressiva e non costruttiva’’ nei confronti della Russia nel suo primo discorso al Dipartimento di Stato Usa“.  Quella di Biden “è una retorica molto aggressiva e poco costruttiva, della quale mi rammarico”, ha detto ai giornalisti Peskov, augurandosi che ci possa essere ancora un dialogo utile tra i due Paesi quando i loro interessi coincidono. 

IL GELO CON L'EUROPA

Il tutto in una fase in cui anche i rapporti tra Russia e Unione europea, per lo stesso motivo, hanno raggiunto un “minimo”. Lo ha detto venerdì il capo della diplomazia europea Josep Borrell da Mosca. “È certo che le nostre relazioni sono molto tese e il caso Navalny le porta al minimo”, ha dichiarato Josep Borrell davanti al suo omologo russo Sergey Lavrov. Netta la posizione di Bruxelles sulla vicenda: la condanna a due anni e otto mesi di reclusione inflitta martedì a Navalny è "politicamente motivata". Di prammatica il saluto finale: “Con il ministro Lavrov ho avuto un dialogo franco e intenso e che continuerà”. Nessuna porta chiusa dunque, alla conferenza stampa congiunta con Lavrov a Mosca.

LA RICHIESTA DI LIBERAZIOBE E LA REPLICA

“Ho trasmesso al ministro Lavrov le nostre profonde preoccupazioni e ribadito il nostro appello al rilascio di Navalny”, ha detto Borrell in conferenza stampa a fianco di Lavrov, che ha ribattutto dicendo chiaramente che l’Ue è un partner “inaffidabile” e che “i tempi sono fin troppo maturi” per una “revisione dettagliata” e onesta dello stato delle cose nei rapporti. E sulle relazioni Russia-Ue, Borrell ha dovuto convenire: “Negli ultimi anni il nostro rapporto è stato caratterizzato da differenze fondamentali e mancanza di fiducia”.Ma il gelo resta palese. E proprio ieri è iniziato il nuovo processo contro il dissidente, con l'accusa di diffamazione verso un veterano.

LA MORTE MISTERIOSA

Proprio ieri era misteriosamente morto Sergei Makshimishin, il medico che aveva curato Alexei Navalny nell’ospedale di Omsk subito dopo il suo avvelenamento dello scorso agosto. Makshimishin, 55 anni, era il responsabile del reparto di terapia intensiva dell’ospedale, dove l’oppositore del Cremlino aveva ricevuto le prime cure prima di essere trasferito in Germania. Secondo le prime notizie riportate dal tabloid britannico, il medico sarebbe morto per un attacco cardiaco in seguito a un improvviso incremento della pressione sanguigna. Maria Morozova, una collega che lo aveva incontrato la settimana scorsa, ha definito il decesso “davvero inatteso”. Galina Nazarova, portavoce del ministero della Sanita’ di Omsk, ha affermato che Makshimishin non soffriva di particolari patologie.