Omicidio Floyd, l'ex agente condannato. Applausi della folla. Biden chiede scusa

Derek Chauvin colpevole per tutti i tre capi di accusa. I manifestati: "Giustizia è fatta"

Celebrazioni a Minneapolis dopo il verdetto

Celebrazioni a Minneapolis dopo il verdetto

Washington - Riconosciuto colpevole di omicidio e di tutit capi d'accusa Derek Chauvin, l'ex poliziotto accusato di aver ucciso l’afroamericano George Floyd. Dopo una lunga camera di consiglio iniziata nella giornata di luendì i giurati - 6 uomini e 9 donne - sono giunti alla sentenza letta in aula dal giudice Peter Cahill al termine di un processo iniziato lo scorso 29 marzo. Nella sua requisitoria il procuratore Steve Schleicher aveva ricordato che l’ex agente della polizia di Minneapolis aveva tenuto il ginocchio premuto contro il collo di Floyd, durante il suo arresto, per un lasso di tempo di “nove minuti e 29 secondi”. La famiglia di Floyd nel frattempo aveva ha ottenuto dal municipio di Minneapolis un risarcimento di 27 milioni di dollari, ha sempre chiesto solo giustizia. Nelle strade di tutte le città americane i manifestanti hanno esposto cartelli per chiedere giustizia. Dopo il verdetto, si leggeva "giustizia è fatta", tra gli applausi generali. L'ex agente di polizia Derek Chauvin è stato riconosciuto colpevole dell'omicidio di George  Floyd a Minneapolis: la Corte ha riconosciuto tre capi d'accusa, che potrebbero tradursi in 40 anni di carcere. Alla lettura del verdetto grida di gioia davanti al tribunale e in molte città americane. «Oggi abbiamo compiuto un passo avanti contro il razzismo sistemico, che è una macchia per l'anima del nostro Paese», ha detto il presidente Joe Biden parlando alla nazione in tv dopo il verdetto. Il presidente ha poi lanciato un appello all'unità e ad evitare la violenza. Esultano gli Obama, Boris Johnson twitta: 'stasera i miei pensieri con i Floyd'. Dopo la condanna, Biden ha detto che ora ''non possiamo distogliere lo sguardo pensando che il nostro lavoro sia finito. Dobbiamo guardarlo come abbiamo fatto per quei nove minuti e 29 secondi". E ricordando le ultime parole di Floyd ha detto: ''dobbiamo ascoltare. Non riesco a respirare. Non riesco a respirare". Biden ha quindi ricordato che ''queste sono state le ultime parole di George Floyd, non dobbiamo farle morire insieme a lui. Dobbiamo continuare ad ascoltare queste parole. Non dobbiamo voltare le spalle, abbiamo la possibilità di cambiare il percorso di questo Paese''.

Joe Biden
Joe Biden

Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha auspicato una sentenza "giusta" nel processo contro l'ex poliziotto e ha definito le prove "schiaccianti". "Sto pregando che il verdetto sia quello giusto", ha dichiarato alla stampa Biden, "penso che le prove siano schiaccianti". Il presidente può parlare apertamente del processo perchè la giuria è riunita per la sentenza ed è isolata. Biden ha parlato ieri con la famiglia Floyd, lo ha riferito il fratello intervbistato dalla Nbc.  "La famiglia chiede pace e tranquillita' -ha aggiunto- al di la' di quale sia il verdetto".

I soldati

La Guardia nazionale in campo
La Guardia nazionale in campo

Intanto però la Guardia Nazionale ha risposto positivamente alla richiesta del dipartimento di polizia di Washington D.C. che chiedeva di schierare delle truppe in vista del verdetto sul caso di George Floyd. Circa 250 militari sono stati inviati nella capitale "per supportare le forze dell'ordine locali in risposta a potenziali dimostrazioni". I soldati potranno rimanere, "secondo necessità" fino al 9 maggio.  Washington si prepara a possibili proteste dopo il verdetto nel processo a Derek Chauvin, l'ex ufficiale di polizia di Minneapolis accusato di aver ucciso George Floyd lo scorso maggio.

Gli studenti

Manifestanti a Minneapolis in attesa della sentenza
Manifestanti a Minneapolis in attesa della sentenza

Gli studenti delle scuole superiori di Minneapolis, e di tutto il Minnesota, hanno scioperato contro la brutalità della polizia, mentre nella città blindata si attende la decisione della giuria riguardo alla colpevolezza di Derek Chauvin, l'ex poliziotto accusato dell'omicidio di George Floyd.  "National Guard, go home", hanno scandito nei loro slogan le centinaia di studenti che a Minneapolis hanno partecipato al "walkout", come vengono chiamati negli Stati Uniti gli scioperi degli studenti che escono dalle aule, per contestare la mobilitazione delle centina di agenti forze delle ordine e militari prevista dalle autorità nel timore di proteste e scontri dopo la sentenza. Gli studenti di almeno 110 scuole superiori e di tutto lo stato hanno partecipato alla protesta anche per la morte di Daunte Wright, il ventenne afroamericano che è stato ucciso dalla polizia che l'aveva fermato per un'infrazione stradale.

Black Lives Matter

 Black Lives Matter: proteste anche a Londra per Floyd (Ansa)
Black Lives Matter: proteste anche a Londra per Floyd (Ansa)

Il caso Floyd ha rappresentato un punto di svolta per il movimento Black Lives Matter. Il giorno dopo la morte dell'afroamericano, avvenuta a Minneapolis, il 25 maggio 2020, migliaia di americani, afroamericani e bianchi, scesero spontaneamente in strada per denunciare la brutalità della polizia nei confronti delle minoranze. Da Minneapolis la protesta si è estesa anche al resto del mondo.