Cos'è Nord Stream 2, il gasdotto russo che la Germania ha bloccato

E' l'arma geopolitica dell'Occidente contro Putin. Dietro i miliardi investiti dal colosso Gazprom ci sono anche interessi economici di grandi aziende energetiche europee

Nel braccio di ferro tra Russia da una parte, e Ucraina, Unione europea e Nato dall'altra il Nord Stream2 rappresenta l'asso nella manica dell'Occidente. A dimostrazione di ciò, c'è - il giorno dopo la dichiarazione di indipendenza da parte del presidente russo Vladimir Putin delle due repubbliche del Donbass, Donetsk e Luhansk - lo stop del cancelliere Olaf Scholz alla certificazione della pipeline che evidentemente è un'arma geopolitica a doppio taglio. Se l'Europa infatti molto dipendente dal gas che viene inviato da Gazprom, l'economia russa si basa quasi esclusivamente sulla vendita di idrocarburi. L'Europa, in questo senso, é sicuramente il miglior cliente di Mosca.

I numeri del gasdotto

Il Nord Stream 2, lungo 1.200 chilometri (745 miglia) sottomarino, che va dalla costa baltica russa alla Germania nord-orientale, è costato 12 miliardi di dollari e segue lo stesso percorso del Nord Stream 1, completato più di dieci anni fa. Come il suo gemello, Nord Stream 2 sarà in grado di portare 55 miliardi di metri cubi di gas all'anno dalla Russia all'Europa, aumentando le forniture di gas a un prezzo relativamente economico. Il gruppo russo Gazprom ha una partecipazione di maggioranza nel progetto da 10 miliardi di euro (12 miliardi di dollari). Nell'azionariato della società che lo gestisce ci sono anche le compagnie tedesche Uniper e Wintershall, la francese Engie, l'anglo-olandese Shell e l'austriaca Omv. Gli interessi economici occidentali, insomma, sono ben evidente ed è facile prevedere che tutto ciò potrà incidere anche sulle scelter di carattere politico. 

Il dietrofont della Germania 

Il Nord Stream2, che la Germania ha voluto in questi anni nonostante l'ostilita' degli Stati Uniti e dell'Europa orientale, è stato completato lo scorso anno e avrebbe dovuto aumentare la dipendenza della Germania da Mosca fino al 70% del totale delle consegne di gas ma richiede ancora dell'ultimo via libera. Il nuovo governo tedesco ha tuttavia cambiato atteggiamento nei confronti dell'opera rispetto al precedente guidato da Angela Merkel. Il gasdotto eè stato completato a settembre 2021, ma le autorita' tedesche a novembre hanno sospeso il processo di approvazione, affermando che bisognava aspettare la conformita' alla legge tedesca. E oggi, alla luce dell'escalation in Ucraina, il ministro tedesco dell'Economia e del Clima ha dichiarato che "la Germania, se necessario, potra' fare a meno del gas russo, da cui dipende ancora oggi enormemente per la fornitura d'energia". Il giorno dopo l'annuncio dello stop al Nord Stream II a seguito del riconoscimento da parte di Mosca delle autoproclamate repubbliche filo-russe nell'Ucraina orientale, Robert Habeck ha aggiunto che "se un giorno Berlino rinunciasse completamente al gas russo, cio' comporterebbe innanzitutto "un grande divario" da colmare nel mercato energetico, con la conseguenza di "far salire inizialmente il prezzo" del gas. Ma alla fine, il gas acquistato da Gazprom potrebbe essere "compensato" da altri fornitori e fonti di energia, ha affermato. Il gasdotto Nord Stream II.