Crisi Ucraina, Lavrov a Putin: "Ora l'accordo per evitare la guerra è possibile"

Il ministro degli Esteri russo prepara un documento dopo la rinuncia dell'Ucraina ad entrare nella Nato. Torna l'ipotesi dello Stato cuscinetto, una Svizzera nell'Europa dell'Est

Mosca - La svolta arriva dopo l'ora di pranzo, e potrebbe portare alla pace. Il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, ha detto al presidente Vladimir Putin, nel loro incontro oggi, che c’e’ ancora “possibilita’” di trovare un accordo con l’Occidente sulle garanzie di sicurezza chieste da Mosca. «In quanto ministro degli Esteri devo dire che c’è sempre una possibilità» di «risolvere i problemi che devono essere risolti», ha detto Lavrov a Putin durante un incontro tra i due trasmesso in tv, aggiungendo che le opportunità di dialogo «non sono esaurite». Il tutto mentre da Kiev arrivano segnali contraddittori: "L'adesione dell'Ucraina alla Nato garantirebbe la sua sicurezza", dice il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, dopo l'incontro con il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, a Kiev. Di fatto smentendo il suo stesso ambasciatore a Londra. In serata però proprio Scholz ha tenuto a precisare: "L'ingresso dell'Ucraina nella Nato non è in agenda". Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, e il primo ministro britannico, Boris Johnson, si parleranno al telefono alle 18:30 ora italiana.

Ma vediamo la giornata. 

Il nuovo documento

Secondo l'agenzia Ria Novosti, sarebbe contenuta in un documento di dieci pagine, la «risposta della Russia alle richieste degli Stati Uniti e della Nato in merito alle garanzie di sicurezza» chieste da Mosca per avviare un processo di de-escalation della crisi Ucraina. In cima alle richieste del Cremlino, quella del «niet» all'ingresso di Kiev nella Nato. A dare notizia della definizione dei contorni dì una possibile riapertura delle trattative su una base più solida è stato il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov dopo un incontro con il presidente russo Vladimir Putin.

Lo stop alle manovre militari 

"Parte delle esercitazioni militari russe in corso stanno volgendo al termine". Lo ha annunciato in un incontro col presidente russo, Vladimir Putin, il ministro della Difesa, Serghei Shoigu, aggiungendo che le altre "saranno completate nel prossimo futuro". "Le esercitazioni sono condotte dal distretto militare occidentale e coinvolgono praticamente tutte le flotte: nel Mare di Barents, nel Mar Nero, nel Mar Baltico, nel Pacifico. Vi prendono parte le truppe di quasi tutti i distretti militari", ha ricordato il ministro a Putin.

Venti di guerra
Venti di guerra

L'addio alla Nato?

L'Ucraina potrebbe rinunciare all'obiettivo di aderire alla Nato allo scopo di evitare una guerra con la Russia. Lo ha detto a Bbc Radio 5 live l'ambasciatore di Kiev nel Regno Unito, Vadym Prystaiko. "Stiamo cercando di trovare la via d'uscita migliore", ha aggiunto, secondo quanto si legge in un tweet della radio. Torna l'ipotesi della creazione di uno Stato cuscinetto e neutrale, come lo fu la Svizzera fin dai tempi dell'ultimo conflitto continentale. Non si è fatta attendere la risposta: la rinuncia, "formalizzata in qualche modo", dall'Ucraina ad aderire alla Nato "potrebbe contribuire considerevolmente a formulare una risposta più significativa alle preoccupazioni di Mosca".

Nel tardo pomeriggio, però, è arrivata una parziale correzione di rotta. "Il percorso strategico dell'Ucraina verso l'adesione alla Nato rimane invariato - ha scritto in un tweet il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba. L'esponente del governo ha ricordato che il processo di adesione è "inserito nella nostra Costituzione e nella strategia nazionale di politica estera, ed è sostenuto da una crescente maggioranza degli ucraini". E che le valutazioni sull'argomento "spettano solo all'Ucraina ed ai 30 alleati Nato".

La prima smentita

Il portavoce della presidenza russa, Dmitri Peskov, anche se successivamente il diplomatico avrebbe corretto e spiegato meglio la sua affermazione, nega d'aver voluto ipotizzare una rinuncia e ha ribadito come l'obiettivo di chiedere l'adesione alla Nato sia ora inserito nella stessa Costituzione ucraina. Nel frattempo continua la partita a scacchi delle diplomazie in cui si inserisce anche l'Italia con la Farnesina ad annunciare che Luigi Di Maio sta pianificando una visita diplomatica a Kiev fissata per domani. Intanto però il rischio di una guerra incombe sulle Borse europee che in mattinata hanno tutte aperto in forte calo: sui listini del vecchio Continente è corsa alle vendite. 

L'arresto

Un residente di Kiev ha lanciato palle di metallo con una fionda contro le finestre dell'ufficio del presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky ed è stato arrestato dalle forze dell'ordine. Lo ha riferito il servizio stampa della polizia di Kiev sul suo sito. L'autore del reato, un residente di Kiev di 32 anni, è stato portato al dipartimento di polizia distrettuale per stabilire le motivazioni dell'atto. Sul posto, le forze dell'ordine stanno conducendo le prime indagini.

​​Il precedente

Mosca, che ha già annesso la Crimea nel 2014, nega qualsiasi intenzione aggressiva nei confronti dell'Ucraina, ma condiziona la riduzione dell'escalation a una serie di requisiti, in particolare l'assicurazione che Kiev non entrerà mai a far parte della Nato perché per Vladimir Putin significherebbe avere la coalizione atlantica ai confini di casa, il che è del tutto evidente, renderebbe i margini di manovra molto più ristretti. Da parte loro gli alleati occidentali considerano inaccettabile l'aut aut imposto da Moza. Diverse tornate di colloqui negli ultimi giorni non sono riuscite a compiere progressi verso una risoluzione della crisi, che gli occidentali descrivono come una delle più pericolose dalla fine della Guerra Fredda tre decenni fa.  

Unione Europea

Il lavoro sul pacchetto di sanzioni contro la Russia è in corso e coprirà un'ampia gamma di settori: sanzioni finanziarie, economiche e commerciali, compreso il controllo dell'export. E' un lavoro in corso". Lo ha dichiarato il vice presidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, al suo arrivo alla riunione informale dei ministri del Commercio a Marsiglia. "E' chiaro che nella situazione che stiamo affrontando, con l'ammassamento militare della Russia al confine ucraino e le sue minacce alla sovranità e all'integrità territoriale ucraine ed, essenzialmente, contro tutto l'ordine di sicurezza dell'Ue, come Unione europea e come società occidentale democratica mandiamo un messaggio forte e unito che ogni aggressione affronterà una ferma azione anche da parte dell'Ue, con forti sanzioni", ha aggiunto Dombrovskis. 

Le Borse

Anche le Borse europee sono spaventato dal rischio di una guerra in Ucraina: Piazza Affari apre in calo del 2,3%, Parigi -2,1%  Francoforte (-2,33%), Londra (-0,11%), Madrid (-2,43%). Le tensioni geopolitiche hanno fatto volare anche il prezzo del petrolio e del gas mentre permane il nervosismo dei mercati per le prossime mosse delle banche centrali per contrastare l'inflazione. Anche Wall Street venerdì aveva chiuso in forte calo con il Dow Jones a -1,43%, l'indice S&P 500 a -1,90% e il Nasdaq a -2,78%. Al nervosismo per le tensioni geopolitiche si aggiungono anche le preoccupazioni per l'andamento dell'inflazione e le prossime mosse delle banche centrali sulla revisione dei tassi.