Covid e lockdown, boom di snack negli Usa

Vince il "junk food": le cucine degli americane trasformate in grandi distributori automatici

Distributore di snack

Distributore di snack

New York - Negli Usa, a causa della pandemia e dei lockdown, si è registrato un boom nei consumi di snack. Lo stress da Covid "straccia" dunque le nuove abitudini salutiste, come l'orto in terrazza, o i cibi sani, e fa violare le vendite di spuntin'. Qualche cifra? Secondo la Cnbc, che cita i dati di Euromonitor International, le vendite nordamericane di snack salati come patatine, popcorn e salatini - il "junk food", come lo chiamano gli americani -sono salite a 56,9 miliardi di dollari nel 2020, in rialzo dell'11% rispetto all'anno prima. Inoltre Frito-Lay, una controllata di PepsiCo, che produce piu' di 1.200 diversi tipi di snack inclusi marchi come Cheetos, Doritos, Lay's, Smartfood e Ruffles, annuncia che i suoi ricavi netti nel quarto trimestre in Nord America sono aumentati del 5% su base annua a 5,4 miliardi di dollari. "L'industria degli snack prima del Covid stava crescendo a ritmi molto bassi - rivela Garrett Nelson della Cfra - poi, invece, grazie alla pandemia ha avuto questa crescita esplosiva". In tempi di stress, spiega, la gente mania piu' snack per confortarsi e molte cucine negli Stati Uniti si sono trasformate in giganteschi distributori automatici.

Pomodori, fiori di zucca e funghi tra i prodotti della dieta Mediterranea
Pomodori, fiori di zucca e funghi tra i prodotti della dieta Mediterranea

La risposta mediterranea

La migliore risposta a tempi difficili come quelli che stiamo vivendo resta la dieta mediterranea, che anche nell'anno del Covid si è classificata come la migliore dieta al mondo. A renderlo noto è Coldiretti sulla base del best diet ranking 2021 elaborato dal media statunitense U.S. News & World Report, noto a livello globale per la redazione di classifiche e consigli per i consumatori. A contendere la vittoria della dieta mediterranea sul podio sono state quella dash contro l'ipertensione che si classifica al secondo posto e la flexariana, un modo flessibile di alimentarsi. Al contrario di quanto avviene in Usa, in Italia si registra un aumento medio del 9,7% dei consumi nel 2020 dei prodotti simbolo della dieta mediterranea come olio extravergine d'oliva, frutta e verdura fino alla pasta.