Catalogna, l'Ue toglie l'immunità agli indipendentisti

Gli eurodeputati Puigdemont, Comin e Ponsatì rischiano l'estradizione

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Bruxelles - Il Parlamento europeo ha revocato l'immunità agli eurodeputati catalani indipendentisti Carles Puigdemont, Toni Comin e Clara Ponsatì richiesta dalla giustizia spagnola all'inizio del 2020. Il passaggio permetterà ora di riattivare i mandati europei nei confronti degli eurodeputati ma sulla loro estradizione per cui spinge la Spagna decidono gli Stati dove sono attualmente residenti. Puigdemont e Comin si trovano in “auto-esilio” in Belgio da due anni, per sfuggire alla giustizia spagnola, che ha dopo il referendum sull'indipendenza del 2017 ha incriminato i leader catalani per i reati di sedizione e malversazione. Ponsati invece vive in Scozia, paese che ha sospeso tale esame, in attesa della decisione degli eurodeputati.

Antonio Comin
Antonio Comin

Giornata nera

Intervistato alla vigilia del voto Toni Comin ha parlato di "giornata nera" nel caso l'Europa decidesse per la revoca dell'immunità, cosa poi accaduta.  "Siamo venuti a cercare giustizia in Europa, a Bruxelles, perchè la Spagna non vuole giustizia ma vendetta", spiega l'eurodeputato catalano, che denuncia come "i grandi partiti spagnoli come quello popolare, il liberale e anche quello socialista stanno facendo pressione in Europa affinchè si approvi la revoca dell'immunita'". Secondo l'eurodeputato, "c'e' una volontà di persecuzione politica nei nostri confronti ma la giurisprudenza europea dice che non è possibile togliere l'immunità per motivi politici". "In atto c'e' una lotta tra i principi democratici europei e gli interessi della Spagna dove i diritti civili e politici vengono violati". Sulle aspirazioni indipendentiste della Catalogna Comin spiega che "il regionalismo catalano non èquello di una regione ricca ma piuttosto un indipendentismo di sinistra che non si riconosce nei valori di una Spagna che non ha mai avuto una rottura con il passato franchista".  

Carles Puigdemont (Ansa)
Carles Puigdemont (Ansa)

Carles Puigdemont

L'ex presidente catalano Carles Puigdemont ha affermato che la procedura dell'Europarlamento "è piena di irregolarità" e  ha ricordato come il presidente della Commissione Giustizia dell'Eurocamera, Juan Fernando Lopez Aguilar, sia un esponente di Ciudadanos, "partito filospagnolo che ha fatto campagna contro il nostro ingresso nel Parlamento Europeo". Inoltre, ha aggiunto Puigdemont, "i nostri tre casi sono stati raggruppati nonostante le differenti accuse". Il politico catalano ha inoltre accusato di parzialita' anche l'eurodeputato che esercitera' il ruolo del'accusa, il bulgaro Angel Dzhambazki, "un ultranazionalista amico di Vox", il partito di estrema destra spagnolo. Ora si profila un ricorso alla Corte di Giustizia Ue che però non avrà effetto  sulla sospensione della revoca. 

 

Catalogna: indagati 700 sindaci
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L'indipendenza

Il 27 ottobre 2017, in seguito al controverso referendum del 1º ottobre, la maggioranza indipendentista del Parlamento catalano votato a favore di una risoluzione per dichiarare unilateralmente l'indipendenza, poco prima che il Senato spagnolo votasse per applicare l'articolo 155 della Costituzione spagnola. Quell'articolo contenuto nella Costituzione spagnola, promulgata nel 1978 a trein pieno post franchismo, ha permesso al Primo ministro Mariano Rajoy di licenziare il governo catalano e sciogliere il Parlamento catalano, convocando un'elezione regionale per il 21 dicembre. 

Gli scontri

Protesta in Catalogna (Ansa)
Protesta in Catalogna (Ansa)

A seguito delle condanne emesse dalla Corte Suprema spagnola nei confronti dei leader separatisti, nell'ottobre 2019 Barcellona vive settimane di continui scioperi. Oltre mezzo milione di persone scendono in strada e la capitale catalana vive giornate di vera guerriglia urbana. La polizia nazionale interviene con gas lacrimogeni e proiettili di gomma contro i manifestanti che avevano costruito barricate e lanciato oggetti contro gli agenti.