Tante promesse ma nessuno scioglie i nodi

L’ennesimo schiaffo a intere categorie produttive messe in ginocchio dalla pandemia

Milano, 21 giugno 2020 - Ci risiamo. Un’altra settimana si è chiusa e nulla è seguito agli annunci roboanti del premier e del governo. L’ennesimo schiaffo a intere categorie produttive messe in ginocchio dalla pandemia. Gli Stati Generali fortemente voluti da Palazzo Chigi sono serviti soltanto a mettere in fila le negatività di questo periodo, senza offrire alcuna prospettiva a famiglie e imprese desiderose di rimettersi in marcia. La sfilata di associazioni e organizzazioni di settore ha riempito le cronache di un’intera settimana. Ma le risposte date sin qui dall’esecutivo appaiono ancora vaghe e basate su aiuti europei tutti da definire.

Prima di tutto nelle tempistiche, visto che gran parte delle somme annunciate potranno arrivare solo all’inizio del 2021. L’ombra della crisi economica incombente si è allungata ieri fino in Vaticano, dove Papa Francesco ha ricevuto in udienza privata i vertici di Regione Lombardia e una delegazione di medici e infermieri. «Alle istituzioni è richiesto, ora, uno sforzo enorme affinché non si generino nuove povertà ed emarginazioni», ha scritto il governatore Attilio Fontana nel suo messaggio al pontefice. Il punto è che di liquidità si parla molto, senza che seguano fatti concreti. Moltissime attività sono al collasso. Colpa anche, secondo il sindaco di Milano Giuseppe Sala, del mancato rientro in ufficio dei tanti che continuano a lavorare da casa, nonostante la fuoriuscita dal lockdown.

Anche l’Europa sta spingendo molto sugli Stati affinché puntino sempre di più sull’uso delle tecnologie nel mondo del lavoro. C’è però il rovescio della medaglia. Tanti settori come quelli dell’immobiliare e della ristorazione uscirebbero con le ossa rotte dal prolungamento della chiusura degli uffici. Le aziende infatti rinuncerebbero a prendere in affitto immobili e i lavoratori non avrebbero più bisogno di trascorrere la pausa pranzo nei bar e nei ristoranti. Non si può non tener conto di questi aspetti prima di incentivare forme di lavoro a distanza che peraltro devono ancora fare i conti con la pessima qualità di molte connessioni e con il ritardo nel potenziamento della banda larga e di quella ultralarga.

Quanto agli aiuti promessi da Bruxelles, gli unici che arriverebbero immediatamente sono quelli del Mes. Ma il cosiddetto Fondo Salvastati continua ad essere osteggiato dal Movimento 5 Stelle e anche da Lega e Fratelli d’Italia che, insieme, hanno i numeri in parlamento per impedirne l’adozione. I 37 miliardi del Mes servono per un rilancio in grande stile del settore sanitario, così da permettere allo Stato - una volta ottenuti - di usare le risorse ordinarie per fronteggiare altre emergenze. A cominciare dall’erogazione della cassa integrazione in deroga alle centinaia di migliaia di lavoratori ancora in attesa.