Poteri e riforme, quelle sfide dietro l’angolo

Milano e la Lombardia, nel 2020 che sta per arrivare, giocheranno un ruolo di primo piano su vari fronti, anche di respiro nazionale

Milano, 29 diocembre 2019 - Di sicuro sarà un anno di grandi sfide. Milano e la Lombardia, nel 2020 che sta per arrivare, giocheranno un ruolo di primo piano su vari fronti, anche di respiro nazionale. Anzitutto la battaglia sull’autonomia differenziata potrebbe concludersi con un esito in armonia con la volontà espressa dai cittadini nel referendum consultivo dell’ottobre 2017. La tenuta dell’attuale esecutivo e la prosecuzione della legislatura sono variabili decisive per la realizzazione di tale condizione, visto che il ministro delle autonomie Francesco Boccia ha promesso solennemente che la riforma dei poteri da ripartire tra Stato e Regioni verrà realizzata in tempi brevi.

In tal caso sarà reale la possibilità di gestire diversamente le risorse derivanti dal gettito fiscale. L’autonomia differenziata, in particolare, consentirebbe interventi più rapidi e flessibili su Sanità - la Lombardia ha intrapreso la grande sfida delle liste d’attesa - istruzione e infrastrutture. Cioè su tutti i nodi strategici per lo sviluppo anche economico del tessuto lombardo. La riforma autonomista, che coinvolge anche il Veneto, si tradurrebbe in una spinta ulteriore per l’avvio dell’organizzazione delle Olimpiadi invernali del 2026 Milano-Cortina. Un evento di matrice internazionale che certo trarrebbe linfa vitale da una gestione sburocratizzata e agile degli innumerevoli adempimenti formali tipici delle grandi manifestazioni. Per far marciare il progetto occorrerà infatti prendere decisioni e pianificare misure che solo una gestione autonoma delle risorse può assicurare.

Milano, da sempre laboratorio di nuove esperienze politiche, nel 2020 si preparerà alle elezioni comunali dell’anno successivo. Il sindaco Giuseppe Sala ha già manifestato l’intenzione di ricandidarsi, ma bisognerà capire quale sarà lo schieramento che lo sosterrà. L’incognita Movimento 5 Stelle condiziona anche lo scenario di Palazzo Marino: i pentastellati potrebbero diventare l’ago della bilancia e risultare determinanti qualora, anziché aderire a una maggioranza di centrosinistra come quella che sostiene l’attuale governo nazionale, decidessero di presentare un proprio candidato e una lista autonoma a suo sostegno nella corsa alla poltrona di primo cittadino. Anche nei loro momenti di massimo splendore i grillini a Milano non hanno mai sfondato. A maggior ragione ora che sono lacerati da profonde divisioni interne ben difficilmente raccoglierebbero ampi consensi a Milano, che diventa invece un test interessantissimo per la Lega di Matteo Salvini, che mai aveva raggiunto percentuali così elevate di consensi.