Tensioni sociali sul cammino della ripresa

Di fronte a problemi devastanti sarebbe auspicabile un clima di reale solidarietà nazionale. Invece divampano polemiche e si diffondono veleni

Milano, 28 giugno 2020 - Marco Bonometti, presidente di Confindustria Lombardia, è sotto scorta dopo aver ricevuto due buste contenenti ognuna un bossolo di proiettile. È solo l’ennesimo episodio della temuta escalation di tensioni sociali dovute all’emergenza economica e alla crescente incertezza sul futuro. Sono almeno 240.000 i lavoratori che in Lombardia hanno dovuto ricorrere agli ammortizzatori sociali; 110.278 le imprese che hanno dovuto chiedere aiuto. Di fronte a problemi così devastanti sarebbe auspicabile un clima di reale solidarietà nazionale. Invece divampano polemiche e si diffondono veleni che allontanano la soluzione dei problemi e lacerano sempre più il tessuto sociale.

Con in più una politica incapace di dare risposte. Chiara l’immagine delle divisioni dentro la maggioranza di governo, che per altro al Senato continua a perdere pezzi. Pare che anche altri senatori pentastellati abbiano le valigie in mano, direzione Carroccio. Con numeri risicati a Palazzo Madama potrebbero diventare indispensabili soccorsi esterni come quello di Forza Italia, considerato che Pd e Movimento 5 Stelle sono anche molto divisi al loro interno. L’approssimarsi delle elezioni regionali è destinato ad accentuare i distinguo sui singoli provvedimenti, visto che nelle regioni e nei capoluoghi chiamati al voto a settembre i due principali azionisti dell’esecutivo presenteranno ciascuno il proprio candidato. Questo scenario potrebbe avvantaggiare il centrodestra, che si presenta unito in tutte le competizioni amministrative. Molto dipenderà dall’evoluzione del quadro socioeconomico.

A settembre quale sarà la situazione dei cassintegrati? Quanti lavoratori perderanno gli attuali sussidi senza aver conservato un’occupazione? In situazioni del genere normalmente ad avvantaggiarsi sono le forze d’opposizione, che hanno gioco facile nel soffiare sul vento della protesta. Un eventuale esito disastroso delle urne regionali per il centrosinistra accelererebbe la resa dei conti fra gli alleati di governo e aprirebbe le porte a un nuovo esecutivo. Improbabile infatti lo scioglimento delle Camere con una legge di bilancio da chiudere in autunno. Considerato che gli aiuti del Recovery Fund non arriveranno prima di gennaio sarà indispensabile attivare altri canali di finanziamento - non ultimo il Mes - e varare politiche di rilancio, usando anche la leva del fisco. Resta sul tappeto l’ipotesi di ribasso temporaneo dell’Iva su alcuni beni e servizi considerati strategici per la ripartenza. Ma l’importante è che una misura del genere venga concepita per risollevare i consumi e non per lasciare unicamente un po’ di soldi in più nelle casse dei datori di lavoro.