Ripartire con prudenza. Un diritto

Alle quattro “D” già preannunciate, ne ha aggiunta una quinta. Quella dei diritti: diritto alla mobilità e al lavoro

Milano, 19 aprile 2020 - Ripartire da maggio. Con prudenza e rispetto di tutte le cautele, ma comunque ripartire. È questo l’orientamento espresso dai vertici della Regione Lombardia, ieri sera impegnati in un confronto con la cabina di regia creata dal governo. Al presidente del consiglio Giuseppe Conte, ai ministri Francesco Boccia e Roberto Speranza il governatore Attilio Fontana ha illustrato un piano per lo sviluppo e il riavvio delle attività messo a punto dopo un confronto con le categorie produttive, il mondo del lavoro e delle professioni.

Alle quattro “D” già preannunciate, ne ha aggiunta una quinta. Quella dei diritti: diritto alla mobilità e al lavoro. Nessun intento di tentare strappi o fughe in avanti. Né di muoversi senza tener conto della effettiva criticità dei numeri dei contagi e delle vittime del Covid19. L’obiettivo semplicemente è quello di mettere in moto la macchina produttiva restituendo fiducia ai cittadini lombardi in una ripresa delle loro attività sia pure graduale e scandita da nuovi accorgimenti. Per esempio l’obbligo di utilizzare dispositivi sanitari, di continuare a mantenere la distanza di sicurezza, di immaginare un’organizzazione diversa delle giornate lavorative e dell’utilizzo del trasporto pubblico. Punto, questo, sul quale la Lombardia non è sola: dall’Emilia Romagna alla Sicilia si registrano infatti orientamenti molto simili. È un fatto che il lockdown non puo’ durare in eterno, soprattutto a fronte di un crollo del Pil già misurato da Confindustria in dieci punti percentuali nel primo semestre 2020. C’è un dato altrettanto importante. Il braccio di ferro fra Regioni e governo nazionale rischia di indebolire gli sforzi per la ripresa.

Sono in molti a dubitare della tenuta dell’esecutivo, lacerato da contrasti fra i due principali alleati, come si è visto nelle votazioni in sede europea sugli strumenti finanziari da adottare per fronteggiare l’emergenza. Sia i partiti di maggioranza che quelli di opposizione si sono mostrati divisi. E questo non fa che trasmettere all’esterno la pessima immagine di un’Italia non compatta neppure nel fronteggiare i problemi reali.