Il sistema vincente

Il gioco di squadra, al di là delle appartenenze politiche, è il valore aggiunto di questo modello

Milano, 26 giugno 2019 - Suona, troppo spesso, come uno slogan. Ma stavolta il «fare sistema» ha pagato. Così come, per restare alla città di Milano, era stato per l’Expo 2015, quando l’impegno di tutte le forze in campo assicurò la vittoria su Smirne. Lo sottolinea bene, in collegamento da Losanna, il governatore lombardo Attilio Fontana: «Insieme al Veneto, al Comune di Milano, a Cortina d’Ampezzo, alla Valtellina e al Trentino abbiamo saputo dare dimostrazione di fare rete e mi auguro che questo modello possa essere utile anche ad altre realtà e che questo sistema possa essere copiato».

Il sistema, per dirla con Fontana, è quello «fondato sulla concretezza, sulla collaborazione sul bene pubblico nel vero senso del termine, non a parole ma nei fatti». Lo stesso alla base di altre importanti realtà che hanno fatto di Milano, storica capitale economica italiana, un laboratorio dell’innovazione, il più importante trampolino per le startup e il baricentro del mondo della moda e del design. Due settori, questi ultimi, che hanno trasformato il capoluogo lombardo in una meta turistica capace di competere con le maggiori città d’arte. Le sinergie tra pubblico e privato, motore della rinascita milanese degli anni post-crisi, si sono rivelate positive per il successo di lunedì pomeriggio a Losanna e, più in generale, per la risalita controcorrente dell’economia lombarda. Una delle poche a segnare punti di crescita anche in una fase sostanzialmente di stallo come quella attuale.

Il gioco di squadra, al di là delle appartenenze politiche, è il valore aggiunto di questo modello. La cui importanza va ben oltre la vittoria della sfida con Stoccolma e i confini della Lombardia e del Veneto. Non a caso Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria, sottolinea che «quando facciamo sistema determiniamo effetti positivi non solo ai fini economici, ma anche ai fini di ottimismo e di fiducia del Paese». La nuova sfida da vincere. Primo round, la Tav. Simbolo dell’Italia del fare che rifiuta bandiere politiche e vecchie